Il titolo fa riferimento a una delle serie principali presenti in mostra e comprende opere che evidenziano lo spiccato interesse per le scienze esatte dell’artista, da sempre “attratto visivamente dal groviglio cosmico delle particelle subnucleari”.
Il corpus principale dell’esposizione, allestita a Reggio Emilia presso Palazzo da Mosto e volta a riscoprire la personalità inquieta di Luciano Bertoli, è composto dai dipinti denominati, appunto, "Frattempo. Le curve di Mandelbrot", realizzati dalla seconda metà degli anni Novanta all’inizio del Duemila e rimasti sostanzialmente inediti.
Il percorso espositivo è completato da alcune opere precedenti - dipinti, sculture, grafiche, disegni e assemblaggi - per presentare al pubblico le componenti essenziali di un percorso sperimentale nei materiali e nelle tecniche, sempre sostenuto da una genuina curiosità per il mondo delle macchine e della tecnica.