Viaggio esperenziale nei teatri storici dell’Emilia

I dietro le quinte, le arti, la storia, le misteriose vicende dei teatri emiliani

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I teatri storici dell’Emilia si svelano da nuovi, inediti, punti di vista, in un viaggio esperenziale tra le meraviglie architettoniche, gli aneddoti e le misteriose vicende, i dietro le quinte e le opere d’arte degli antichi gioielli i cui palchi sono stati calcati dai grandi Maestri della musica. 

L’Emilia, la terra dove aleggiano le note di Giuseppe Verdi, di Arturo Toscanini, di Paganini e di altri musicisti illustri, vanta numerosi teatri, alcuni visitabili e altri aperti al pubblico in occasione di rappresentazioni e concerti. 

Quante vite e quante storie sono state rappresentate sul palco di un teatro: dal Teatro Regio di Parma al Teatrino del Castello di Vigoleno (PC), fino all’antichissimo Teatro Ruggero Ruggeri di Guastalla (RE) e tanti altri. 

In 3 giorni ne potrete visitare molti ma non tutti quelli che elenchiamo, perciò... iniziate a programmare un secondo viaggio ;-)

  • Durata
    72 ore
  • Interessi
    Arte & Cultura
  • Target
    Tutti
  • Prima tappa - I teatri storici di Piacenza Piacenza

    L’itinerario parte dal centro storico di Piacenza e dal suo Teatro Municipale, definito da Stendhal “il più bel teatro d’Italia”. Raffinato, con la sua struttura all’avanguardia, fu il primo, nel 1895, ad essere interamente illuminato da lampade a energia elettrica.

    È consigliata anche una visita alla Sala dei Teatini, un tempo chiesa di San Vincenzo, appartenuta all’Ordine dei Teatini. Per anni inaccessibile, oggi è un moderno auditorium scelto come sala prove dall’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” diretta dal Maestro Riccardo Muti.

    In un vicolo tra via Castello e via Taverna, rivela nella propria architettura le origini sacre di tempietto protoromanico il Teatro San Matteo. Dopo la trasformazione in chiesa dell’ospizio di San Matteo, nel Novecento, l’attuale teatro fu adibito a sala cinematografica.

  • Seconda tappa - Teatro Gioia e dei Filodrammatici Piacenza

    Il teatro Gioia, anticamente edificio adibito ad uso ecclesiastico e sede dell’Ordine dei Gesuiti, conobbe nei primi dell’Ottocento già una prima conversione nel teatro “Romagnosi”, del quale rimangono solo i disegni, in quanto fu smantellato per ritornare all’antica funzione religiosa. L’attività dei Gesuiti è cessata nel 1992 e l’edificio ha potuto fare ritorno alle attività “profane” dopo un importante restauro conservativo.

    Sempre a Piacenza si può visitare anche il Teatro dei Filodrammatici, edificio storico della città, costruito nel Cinquecento, quando le monache cistercensi ne fecero una chiesa. 

    Durante il governo di Maria Luigia d’Austria, la struttura fu destinata ad usi militari, in seguito a scuola di musica, poi divenne una tipografia. Solo nel Novecento fu convertita in teatro, con l’inserimento di una platea con loggiato, un ampio palcoscenico e la facciata in stile liberty.

  • Terza tappa - I teatri in provincia di Piacenza Pontenure

    Allontanandosi dalla città Piacenza, fino a Castel San Giovanni c’è un altro gioiello, il Teatro Verdi, con il suo bellissimo foyer con le antiche volte a crociera e la sala riadattata all’aspetto della chiesa originaria. Fu inaugurato nel 1823 e vide nel 1841 il debutto di Anna Maria "Marietta" Baderna, stella della danza famosa in tutto il mondo. 

    Fortemente voluto oltre un secolo fa dal duca Giuseppe Visconti di Modrone il piccolo teatro di Grazzano Visconti ospitò le sue sceneggiature, del resto fu fondatore in anni lontani della "Compagnia del Teatro di Milano" ma anche assiduo collaboratore del famoso commediografo Marco Praga, nonché le prime regie negli anni della giovinezza del figlio Luchino, indiscusso maestro della cinematografia mondiale.

    A Pontenure, il Teatro Serra di Parco Raggio, è un teatrino bomboniera con palcoscenico in muratura e decorazioni floreali che si trova accanto alla dimora denominata "Villa Fortunata". È aperto al pubblico in occasione di particolari eventi.

    Considerato tra i più piccoli al mondo, il Teatrino del Castello di Vigoleno fu realizzato per volontà della principessa Maria Ruspoli di Gramont dall’artista russo Alexandre Jacovlef che decorò le pareti della sala con tinte vivaci e disegni esotici. Al centro della scena una rappresentazione stilizzata del borgo medioevale riconduce al realismo magico di Gino Severini.

  • Quarta tappa - Altri teatri in provincia di Piacenza Cortemaggiore

    Proseguendo l’itinerario nel territorio piacentino, un teatro che merita una visita è il Teatro Eleonora Duse di Cortemaggiore, intitolato nei primi del Novecento alla leggendaria attrice che ne aveva calcato il palco a soli 10 anni. 

    Il teatro affonda le proprie radici nel 1826, quando Maria Luigia d’Austria consentì i lavori per la trasformazione del convento. E’ aperto al pubblico in occasione della stagione teatrale annuale e in periodici eventi.

    Ancora Maria Luigia d’Austria e ancora un edificio religioso si legano alla storia del Teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda, inaugurato nella forma contenuta progettata da Giannantonio Perreau - platea con pianta a ferro di cavallo, tre ordini di palchi e un loggione - nel 1853. Oggi ospita annualmente una ricca rassegna teatrale in occasione della quale è aperto al pubblico.

  • Quinta tappa - I teatri nel cuore di Parma Parma

    Proseguiamo il viaggio nella città di Parma e nel suo centro storico, dove risuonano le sinfonie del Teatro Regio, tempio italiano della lirica e monumento dell’opera costruito in stile neoclassico a partire dal 1821 per volere della duchessa Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone. 

    Nel corso della visita si possono ammirare il foyer e la platea decorata da Magnani e sovrastata dal lampadario in bronzo dorato forgiato dalle officine Lacarrière di Parigi, ma anche l’eccezionale sipario dipinto e la Sala del Ridotto. 

    Altro teatro iconico di Parma, il Teatro Farnese è sempre aperto ai visitatori con le sue strutture costruite totalmente in legno nel 1618, all’interno dello splendido Complesso della Pilotta. E’ il più grande Teatro del suo genere e il primo ad essere realizzato a scena mobile. Uno spettacolare video mapping sulle pareti ricostruisce le decorazioni originarie attraverso l’utilizzo di proiezioni, suoni e immagini in movimento. Nel sotto gradinata si può ripercorrere la storia del teatro che si intreccia con le vicende di corte e della città.

  • Sesta tappa - I teatri in provincia di Parma Busseto

    Non si può pensare al teatro in Emilia senza citare Giuseppe Verdi

    A lui, nei luoghi che gli hanno dato i natali, è dedicato il prezioso Teatro di Busseto custodito all’interno della Rocca. Attraversando il portico e salendo lo scalone, si viene accolti da decorazioni di Giuseppe Baisi e Alessandro Malpeli e dai medaglioni di Gioacchino Levi raffiguranti la Commedia, la Tragedia, il Melodramma e il Dramma romantico. 

    Fidenza ci regala il piacere di una visita al Teatro Magnani che conserva l’antica camera acustica dipinta da Girolamo Magnani. 

    Ancora una piccola chicca ce la offrono Zibello con il Teatro Pallavicino, dotato di 12 palchetti, e Roccabianca con l’Arena del Sole, una sala moderna che conserva al suo interno 9 statue di E. Ximenes che raffigurano i principali personaggi delle opere verdiane che facevano parte del monumento a Giuseppe Verdi di Parma.

  • Settima tappa - Teatro Municipale Romolo Valli Reggio nell'Emilia

    Arrivando nella città del Tricolore, a Reggio Emilia la cultura del teatro è fortemente radicata. Già dalla seconda metà del Seicento ogni palazzo nobiliare aveva uno spazio adibito alle recite. 

    Il Teatro Municipale Romolo Valli è tra i più prestigiosi dell’Emilia: inaugurato nel 1857, con il suo porticato dominato da un cornicione decorato con 14 statue, mostra un palco grandioso, sul quale è installato un pregevole organo Montesanti del 1815, e un ampio retropalco. È ormai storia il debutto di Luciano Pavarotti a Reggio ne La Bohéme, nel 1961, subito dopo aver vinto il Premio Peri, un concorso per giovani cantanti lirici cui la città di Reggio Emilia aveva dato vita. 

  • Ottava tappa - I teatri in provincia di Reggio Emilia Correggio

    Allontanandoci dal centro storico della città, l’itinerario prosegue a Correggio dove merita una visita il Teatro Asioli, intitolato nel 1863 ad Antonio Allegri (pittore conosciuto con il nome di “Correggio”) e nel 1880 a Bonifazio Asioli realizzato nel punto in cui Niccolò Postumo fece erigere il proprio palazzo sul finire del XV secolo. Fu più volte ricostruito, ma conserva ancora il disegno originario della sala, inaugurata nel 1852.

    A Guastalla, invece, si trova uno dei 10 teatri più antichi d’Italia: è il Teatro Ruggero Ruggeri. Fu costruito nel 1671 su progetto di Antonio Vasconi per ordine di Ferrante III, duca di Guastalla. Nonostante gli interventi di restauro subiti nel corso dei secoli, l’aspetto attuale mantiene la pianta a ferro di cavallo, i fregi del boccascena, un tendone rosso nell’atrio, la splendida decorazione affrescata del soffitto della cavea e l’originale assetto della facciata.

  • Nona tappa - I teatri sociali di Luzzara e Gualtieri Luzzara

    Il Teatro sociale Danilo Donati di Luzzara fu inaugurato nel 1852 grazie alla costituita Società teatrale luzzarese. Il teatro poteva contenere fino a 400 persone, con 47 palchi divisi in tre ordini. 

    Il sipario, disperso, rappresentava la Fiera di Luzzara coi Principi Gonzaga e fu dipinto dal Casali. L’edificio subì un radicale restauro nel 1919 e la pianta fu modificata in forma semicircolare. Nel 2006 sono stati effettuati lavori di restauro al soffitto della platea, in legno rivestito di cannicciato intonacato e dipinto.

    Il Teatro sociale di Gualtieri, di inizio Novecento, sorge invece all’interno del complesso monumentale di Palazzo Bentivoglio edificato tra la fine del ‘500 e i primi del '600. Completamente abbandonato alla fine degli anni Settanta, è stato riaperto al pubblico soltanto nel 2009. La sua peculiarità sta nell’essere un “teatro a rovescio”: la platea diviene palcoscenico per attori e musicisti, e gli spettatori sono catapultati in primo piano. Una rivoluzione contemporanea del fare teatro. 

  • Decima tappa - Rubiera, Novellara e Rio Saliceto Rubiera

    Rimanendo in provincia di Reggio Emilia è consigliata una tappa al Teatro Herberia, un nome che richiama l’antico toponimo di Rubiera. Il Teatro aprì il sipario nel 1926, mostrandosi in una struttura tardo Liberty ideata da Antonio Panizzi e Italo Costa. Molto attivo anche come cinema, venne chiuso e poi riattivato, previo restauro, a fine anni ’80.

    Erede della sala per spettacoli esistente fin dal Cinquecento nella rocca dei Gonzaga, il Teatro Franco Tagliavini di Novellara ripropone in miniatura la struttura del Municipale di Reggio Emilia con pianta a ferro di cavallo, tre ordini di palchi con loggione e ampia scena sormontata da orologio. Progettato da Antonio Tegani – che non a caso aveva collaborato alla realizzazione del ‘fratello maggiore’ – e finemente decorato da Cesare Cervi, il teatro venne inaugurato nel 1868 e solo nel 2012 intitolato al grande tenore novellarese.

    Ultima tappa di questo viaggio è il Teatro comunale di Rio Saliceto, inaugurato nel 1911 su un progetto di Pietro Montanari, è il perfetto incontro tra edilizia pubblica e privata. Se l’esterno si presenta frugale e anonimo, l’interno, attraverso una serie di espedienti stilistici e ottici presenta uno stile ibrido ed eclettico: una serie di colonne classiche finemente decorate da capitelli corinzi ed elementi architettonici contemporanei.

Ultimo aggiornamento 17/04/2024

Per maggiori informazioni

Redazione DT Emilia

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