Chiese, Abbazie e Santuari nel Forlivese: un viaggio tra spiritualità e storia

Un viaggio tra le mete spirituali da Forlì a Santa Sofia

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Nel cuore della Romagna, si apre un viaggio attraverso le profondità spirituali, un percorso che si intreccia con la storia millenaria di luoghi sacri. Qui, ogni pietra porta con sé le tracce di leggende antiche e conserva la fede che ha attraversato i secoli.

Questa terra, intrisa di tradizioni e avvolta da un fascino senza tempo, si svela in un itinerario impareggiabile. Tra le imponenti mura delle chiese romaniche e i segreti dei monasteri celati, ci si addentra lungo sentieri percorsi dai pellegrini di un tempo. Lungo questa strada si giunge fino alle abbazie e ai santuari incastonati tra le dolci curve delle colline, luoghi dove il tempo sembra dilatarsi e lasciare spazio solo alla contemplazione.

Un viaggio adatto a tutti, che non richiede competenze tecniche specifiche, senza alcuna difficoltà particolare, offrendo un'esperienza coinvolgente. Ogni passo è un'opportunità per immergersi in un'atmosfera unica, avvolti dalla spiritualità e dalla bellezza senza tempo della Romagna.

  • Durata
    48 ore
  • Interessi
    Arte & Cultura
  • Target
    Amici/Solo
  • Prima tappa - Chiesa di Santa Maria dei Servi Forlì

    Il viaggio ha inizio tra le antiche mura di Forlì, città dalle nobili tradizioni e dal passato illustre, precisamente dalla chiesa di Santa Maria dei Servi, rinomata come la Basilica di San Pellegrino Laziosi.

    Vissuto nel XIV secolo, San Pellegrino è celebre per un miracolo di guarigione. Colpito da cancrena alla gamba a causa della sua penitenza di non sedersi mai, rischiò l'amputazione. La notte prima dell'intervento, pregando davanti a un Crocifisso (l’opera è stata realizzata dall’artista Giuliano da Rimini e si trova all’interno della chiesa), ebbe un febbrile sogno in cui Cristo guariva la sua ferita. Al risveglio, si accorse di essere stato miracolosamente salvato.
    Ancora in vita, divenne noto come Santo Guaritore. Per questo motivo, è considerato il patrono degli ammalati di tumore e di coloro che soffrono di dolori cronici ai piedi e alle gambe.

    La chiesa di Santa Maria dei Servi, costruita nel XII secolo, ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli, fino ad assumere la sua forma attuale nel XVIII secolo.

    La facciata, realizzata in cotto e caratterizzata da sobria semplicità, crea un contrasto affascinante con l'interno, risalente al Seicento. Sulla destra della chiesa si trova la suggestiva cappella dedicata a San Pellegrino, la cui progettazione è attribuita al celebre architetto Giuseppe Merenda. Di particolare interesse sono le reliquie del Santo, custodite dietro l'altare, e il dipinto "Cristo crocifisso che risana la gamba a San Pellegrino", un capolavoro di Simone Cantarini su disegno di Guido Reni.

    Ogni anno, il 1° maggio, in occasione della festa del Santo, ha luogo la tradizionale Festa dei Cedri, che tradizione vuole venissero utilizzati da Pellegrino Laziosi per le loro presunte proprietà curative. Durante l'intera giornata, la piazza antistante la chiesa e le strade circostanti si animano di bancarelle che vendono questi profumatissimi agrumi.

  • Seconda tappa - Abbazia di San Mercuriale Forlì

    Prendendo via Flavio Biondo e successivamente Corso della Repubblica, in pochi minuti si arriva a piedi in Piazza Saffi, dove si erge l’Abbazia di San Mercuriale, simbolo storico e religioso della città.
    Costruita nel XII secolo in onore di San Mercuriale, martire venerato come patrono, l'abbazia è un'imponente testimonianza dell'architettura romanica.

    Il campanile adiacente all’Abbazia, maestoso simbolo di Forlì, è visitabile durante le festività, offrendo ai visitatori un'opportunità unica di ammirare la città dall'alto.

  • Terza tappa - Abbazia di Sant’Andrea Dovadola

    Il viaggio spirituale continua verso Dovadola. Usciti dal centro di Forlì, proseguiamo in macchina verso sud-ovest prendendo la SP 56 (Via del Partigiano) e successivamente la SS 67 (via G. Mengozzi) per circa 16 km.

    Dovadola è il luogo di nascita di Benedetta Bianchi Porro, proclamata beata da Papa Francesco nel 2019 per la fede inossidabile mostrata in vita nonostante le numerose sofferenze.
    Benedetta, dopo aver superato gravi malattie durante l'infanzia, fu colpita da una malattia degenerativa che la rese paralizzata, sorda e cieca quando era ancora adolescente. Tuttavia, il suo amore per Dio e la sua gratitudine rimasero intatti.
    Oggi è conosciuta per i suoi miracoli ed è stata nominata co-patrona di Dovadola dal 2022.

    Nell’Abbazia di Sant’Andrea, situata alle porte del paese (in via Benedetta Bianchi Porro), dal 1969 sono custodite le spoglie di Benedetta. La sua tomba, conservata nella Cappella del Battistero, è ornata da un’effige in bronzo che la rappresenta, opera dello scultore Angelo Biancini.
    Per questa ragione, da molti anni, l’Abbazia di Sant’Andrea è meta di pellegrinaggio ed è visitata da fedeli provenienti da tutto il mondo. 

  • Quarta tappa - Chiesa Abbaziale di Sant’Ellero Galeata

    Dall'Abbazia di Sant'Andrea di Dovadola, si imbocca la SS 67 e si procede per 8 km fino a Rocca San Casciano. Da qui, si segue la SP 23 per circa 11 km fino a Strada San Zeno, dove si gira a destra e si prosegue sulla SP 24 per circa 6 km fino ad arrivare a Galeata.

    Giunti in prossimità del centro storico, lungo via Papa Giovanni XXIII, si trova l’ingresso del suggestivo sentiero delle Cellette. Questo percorso, fiancheggiato da quattordici edicole in arenaria che ripercorrono le tappe della Via Crucis, conduce in circa 40 minuti a piedi alla chiesa abbaziale di Sant’Ellero, luogo di grande influenza politica e spirituale nel corso di secoli sulla valle del Bidente.

    L'abbazia di Sant’Ellero è raggiungibile anche in auto tramite una strada asfaltata di circa tre chilometri che la collega con Galeata. All'interno della cripta si trova il sarcofago del Santo, dietro il quale si apre una piccola cella dove si pensa si ritirasse a pregare.
    Il soffitto a volta presenta un’ampia fessura intagliata nella roccia, dove tradizionalmente i fedeli appoggiano il capo per ricevere la benedizione del Santo e prevenire il mal di testa.

    Sant’Ellero, patrono di Galeata, viene festeggiato il 15 maggio. Durante tutto il mese, ogni domenica, l’abbazia e il piazzale alberato antistante sono animati da celebrazioni religiose e iniziative di vario genere.

  • Quinta tappa - Chiesa di Santa Maria dei Miracoli Galeata

    Una volta tornati a Galeata, si segue la SP 4 per circa 2 km fino a Borgo Pianetto, dove potete visitare la suggestiva chiesa di Santa Maria dei Miracoli.

    La chiesa fu costruita nel 1497 dopo un evento miracoloso: secondo la tradizione, un'immagine della Madonna fu vista piangere e versare gocce bianche simili al latte. Oggi, questa immagine è conservata sotto un piccolo tempio al centro della navata, ricordando il luogo reale del miracolo e conferendo alla chiesa uno spazio interno molto particolare.
    Ogni anno, l'8 settembre, l'immagine sacra viene portata in processione lungo il borgo.

    L'edificio, in stile rinascimentale, è decorato lungo le pareti laterali con diversi altari che ospitano dipinti notevoli, tra cui "La Visitazione" di Giovanni Stradano, una Deposizione attribuita alla scuola vasariana, un affresco raffigurante l'Annunciazione e i Santi e una tela di Matteo Confortini che rappresenta l'Assunzione della Vergine.

    Si consiglia una visita nell'adiacente Museo Civico "Mons. Domenico Mambrini" di Pianetto, che conserva preziosi reperti scultorei provenienti dall’Abbazia di Sant’Ellero, tra cui il suggestivo rilievo raffigurante l'incontro tra il Santo e Teoderico. Un'opportunità unica per immergersi nella storia e nell'arte della zona.

  • Sesta tappa - Collina di Pondo Santa Sofia

    Tra i luoghi intrisi di mistero e fascino del territorio forlivese vi è senza dubbio il Santuario della Madonna degli Occhi, in località Collina di Pondo, nelle vicinanze di Santa Sofia, a 300 metri sul livello del mare.

    Dalla località di Pianetto, prendete nuovamente la SP4 in direzione di Santa Sofia per circa 5 km. Una volta arrivati a Santa Sofia, deviate sulla SP 77 e dopo 1,5 km girate a sinistra sulla Strada Consorziale Saviana, proseguendo per altri 3 km.

    Centinaia di anni fa, il luogo dove ora sorge il santuario, era attraversato da un sentiero frequentato dai pellegrini in viaggio verso Roma. Si racconta che qui la Madonna sia apparsa a una giovane pastorella sorda e cieca, che miracolosamente recuperò la vista e l'udito.

    Ancora oggi, la fede nelle proprietà miracolose della vicina sorgente, specialmente per problemi agli occhi e alla vista, attira numerosi fedeli.
    Il Santuario si presenta esternamente semplice e austero, mentre all'interno è decorato con dipinti colorati e sfarzosi.

    Al centro si trova una rappresentazione della Madonna con una corona in testa, oggetto di venerazione per i numerosi pellegrini che lo visitano. L'incantevole vista sulla valle e sulle colline circostanti è uno spettacolo da non perdere.

  • Settima tappa - Beata Vergine della Suasia Civitella di Romagna

    Prendendo la SP4 per tornare verso Forlì, è possibile fare tappa a Civitella di Romagna per visitare il Santuario della Beata Vergine della Suasia.

    Il Santuario, significativa espressione dell’architettura rinascimentale toscana, fu costruito nella seconda metà del 1500 su progetto dell’architetto fiorentino Zanobio Lastricati, per volere dei civitellesi a ricordo delle miracolose apparizioni della Beata Vergine ad un piccolo pastorello nel 1556 nei pressi di un celletta posta vicino al torrente Suasia, in cui era custodita l’immagine mariana oggi venerata nel santuario.

    La Madonna della Suasia è ritenuta anche la protettrice dai terremoti dopo che il santuario si salvò dal sisma disastroso del 1661 che distrusse l’intera Civitella di Romagna.

    Negli ultimi anni l’edificio ha beneficiato di importanti interventi di recupero, in particolare dopo l’incendio del maggio 2014 che aveva danneggiato parte degli arredi e degli affreschi seicenteschi (nel 1780 un altro incendio aveva bruciato tutto l’altare, tranne l’immagine sacra).

    La chiesa conserva sull’altare maggiore la venerata immagine della “Madonna col bambino”, un affresco del 1400 di autore ignoto, appartenente alla scuola toscana, e dipinti di Bagnacavallo il Giovane e Girolamo Veronese, oltre a un organo costruito da Feliciano Fedeli da Camerino nel 1734, composto di 350 canne e 9 registri

Ultimo aggiornamento 03/05/2024

Per maggiori informazioni

Redazione Turismo forlivese

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