Tutti conoscono Dante Alighieri, autore della Divina Commedia, la più celebre opera letteraria italiana di tutti i tempi, mentre forse non tutti sanno che nei primi anni del 1300 il Sommo Poeta viaggiò tra Lunigiana e Appennino reggiano per arrivare a Reggio Emilia, ospite di Guido da Castello. Secondo altri commentatori il poeta avrebbe visitato personalmente Bismantova nel 1306, mentre si recava da Padova alla Lunigiana.
Dante attraversò il crinale probabilmente al Passo dell’Ospedalaccio, lungo la strada antica che da Sassalbo arrivava nei pressi dell’odierno Passo del Cerreto e discese la valle del fiume Secchia fino alla Pietra di Bismantova, che troviamo nel Canto IV del Purgatorio in cui per descrivere l’asprezza dell’ascesa al monte del Purgatorio il sommo poeta scrive: “ma qui convien ch’uom voli”.
Dante si trovava in esilio dalla sua Firenze perché nel 1302 era stato condannato, in seguito a lotte politiche, al rogo e alla distruzione delle proprietà, e non rivide più la sua città. Viaggiò da esule in molte corti del nord Italia fino alla morte
Si arriva in auto al Passo del Cerreto, che collega Lunigiana ed Appennino reggiano, tramite la SS63.
Da qui si può proseguire a piedi o in bici per un facile trekking fino al Passo sull’antica viabilità medievale che collegava i due versanti dell’Appennino.
Siamo nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino tosco emiliano.
Dal parcheggio che si trova proprio sul passo si deve imboccare il Sentiero CAI 00 anche segnato con SI- Sentiero Italia, e proseguire per circa 40 minuti. Il percorso non presenta particolari difficoltà o dislivelli.
Si cammina tra doline e affioramenti gessosi, si aggira un colle fino a sbucare di nuovo sul crinale e sui larghi pascoli del Passo dell'Ospedalaccio, a quota 1280 m, attraversando i quali si raggiunge uno stradello forestale.
Anticamente al passo esisteva un “ospitale”, l’ospizio di San Lorenzo delle Cento Croci, per dare rifugio a viandanti e pellegrini, che comprendeva anche un piccolo edificio sacro, come era usuale in luoghi isolati come questo. I resti di questi antichi edifici, di cui oggi restano solo i ruderi, furono trovati nei primi decenni del XX sec grazie agli scavi dall’Università di Pisa.
Presso l’ospizio, fondato in epoca medievale dalla potente famiglia Canossa e abbandonato nel 1500, è molto probabile che si sia fermato anche lo stesso Dante Alighieri nel suo peregrinare.
Si percorre il sentiero a ritroso e, una volta rientrarti all’auto, si può approfittare dei Ristoranti del Passo per pranzare all’insegna della tradizione, oppure proseguire per la seconda tappa.
Scendendo verso la pianura lungo le strade dell’Appennino reggiano, la Pietra di Bismantova si vede anche a distanza, maestosa rispetto al territorio circostante, e lo stesso avveniva secoli fa, quando Dante Alighieri percorreva il suo cammino.
Oggi si raggiunge tramite la SS63 fino a Castelnovo ne' Monti; da lì si imbocca Viale Bismantova che conduce a Piazzale Dante, ai piedi della Pietra di Bismantova, a circa 4 km dal paese.
La Pietra di Bismantova è una formazione geologica imponente, lunga 1 km, larga 240 metri e alta 300 metri rispetto alla pianura circostante, 1041 metri rispetto al livello del mare; la sua formazione risale a circa 15 milioni di anni fa.
Impossibile non restare affascinati da questo luogo e dalla sua atmosfera dove si fondono natura, storia e religione. Qui infatti sorgono anche un Eremo ed il centro Laudato si’, con un museo ispirato ai temi della custodia del creato e alla geologia.
Arrivando in questo luogo, che settecento anni fa era molto meno boscoso di oggi e aveva un aspetto più aspro e selvaggio, il sommo poeta ne rimase colpito al punto di decidere di utilizzarlo nella sua opera più celebre, facendone il monte del Purgatorio nella Divina Commedia, con le sue rocce scoscese.
Si può decidere di fare una camminata attorno alla Pietra di Bismantova o semplicemente salire fino al pianoro sommitale, sul sentiero CAI 697, che parte a poca distanza dal parcheggio ed è ben battuto - un’escursione per cui bastano un paio d’ore di tempo. Dalla sommità della Pietra si ammira un panorama a 360° che spazia dalle vette del crinale fino alla pianura emiliana.