Ferrara insolita e misteriosa

Un percorso, a piedi o in bici, alla scoperta degli angoli meno conosciuti della città

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Ferrara è una città silenziosa e vivace allo stesso tempo, a misura d'uomo, dove si passeggia tranquillamente, a piedi o in bicicletta, vivendo ad ogni passo magiche atmosfere. 

Questo percorso è dedicato a chi vuole andare alla scoperta degli angoli meno conosciuti della città, luoghi misteriosi legati a vicende che riemergono dal passato per svelare segreti e curiosità: dal Vicolo del Chiozzino alla “zampata del diavolo" nella fiancata della Chiesa di San Domenico, dalla Via Zemola, nota come la "via dei miracoli", alla pace e ai profumi della "campagna in città” fino al Monastero di Sant'Antonio in Polesine con la sua atmosfera senza tempo. 

Un itinerario che non dimenticherete.

  • Durata
    24 ore
  • Interessi
    Arte & Cultura
  • Target
    Famiglia,Amici/Solo
  • Prima tappa - Darsena di Ferrara Ferrara

    Passeggiando lungo la nuova Darsena si può osservare un tratto interessante del Po di Volano, un canale navigabile ricco di vegetazione acquatica ed esemplari di avifauna tipica del territorio.

    Il lungo Darsena, recentemente ristrutturato, è luogo che ospita numerosi eventi e soprattutto in estate si trasforma in una vivace piazza lungo il fiume, con serate musicali, manifestazioni enogastronomiche e sportive. Inoltre è il punto di imbarco di un battello fluviale che propone escursioni, aperitivi al tramonto ed iniziative didattiche. 

    La pista ciclabile a bordo fiume e l’area verde sono il luogo ideale per camminare, correre e pedalare in sicurezza, anche con gli amici a 4 zampe.

  • Seconda tappa - Villa Melchiorri Ferrara

    Villa Melchiorri fu progettata dall’ingegnere Ciro Contini nel 1903 in stile Art Noveau, su commissione di Giuseppina Marchi Melchiorri, moglie del noto floricoltore Ferdinando Melchiorri. Fu il primo dei villini residenziali costruiti sull’allora nuovo Viale Cavour.

    Gli elementi centrali attorno ai quali ruota tutta la decorazione sono i girasoli e il cerchio. Le decorazioni floreali, la vetrata e i motivi ondeggianti evocano un senso di libertà e leggerezza.

    La decorazione è tutta in calcestruzzo di cemento, modellato dallo scultore ferrarese Arrigo Minerbi, con l’architrave delle finestre, l’estremità superiore dei pilastri di sostegno e gli spigoli del balcone che si trasformano nei rami di un mazzo di girasoli, ripresi come tema principale sulla cancellata in ferro battuto.

  • Terza tappa - Addizione Erculea Ferrara

    Osservando una piantina della città, si nota un’ampia macchia verde situata a nord-est, nella zona rinascimentale - la cosiddetta Addizione Erculea  - che viene chiamata “campagna dentro le mura”: un’area che si estende con campi, orti e giardini per circa quattro ettari. 
    Questo spazio, che si trova fra il Cimitero Ebraico e la Certosa, viene gestito da associazioni ed aziende agricole in convenzione con il Comune. 

    I terreni, preservati per oltre cinquecento senza essere stati urbanizzati, sono oggi attraversati da una comoda ciclabile che si collega al percorso alberato delle mura degli Angeli.

  • Quarta tappa - Chiesa di San Domenico Ferrara

    In pieno centro città si dice sia accaduta una vicenda che coinvolse il diavolo in persona. Nel Vicolo del Chiozzino abitava l’ingegner Bartolomeo Chiozzi, soprannominato “Mago Chiozzino” per la sua passione per le arti magiche. La leggenda narra che il Mago avesse evocato, attraverso un incantesimo, un curioso e quasi simpatico personaggio detto “Magrino”, che iniziò ad accompagnarlo in ogni dove assieme ad una comitiva di strani animali. 

    All’inizio la presenza di Magrino gli restituì prosperità e successo, ma col tempo la gente iniziò a sentirsi intimorita dalla sua cerchia. Fu allora che il mago decise di sbarazzarsi dei suoi accompagnatori, chiedendo aiuto ai frati della Chiesa di San Domenico

    Qui i frati domenicani iniziarono un esorcismo per liberare finalmente il mago ma, mentre svolgevano il rito, Magrino si presentò mostrandosi nella sua vera veste, quella di un terribile diavolo. Furibondo per il sortilegio il diavolo uscì dalla chiesa scalciando, incidendo il segno del suo zoccolo sulla base di una colonna fuori dalla chiesa, dove ancora oggi l’impronta può essere vista.

  • Quinta tappa - Piazzetta Sant'Anna Ferrara

    Nella Piazzetta Sant’Anna si riconosce il busto di Torquato Tasso, posizionato accanto al probabile ingresso della cella che lo ospitò per sette lunghi anni, nei sotterranei dell’ex Ospedale Sant’Anna, dove fu imprigionato dopo aver inveito contro la corte del duca Alfonso II, indaffarata nei preparativi delle nozze dell’estense con Margherita Gonzaga. 

  • Sesta tappa - Palazzo di San Crispino Ferrara

    Nella centralissima Piazza Trento e Trieste, dove oggi si trova una libreria, si ergeva una volta l’antica loggia dei Callegari (calzolai). 

    La loggia venne costruita attorno al 1257, quando il terreno di proprietà della Cattedrale venne concesso alla Corporazione dei Callegari. A metà del Trecento vennero aperte al pianterreno verso la piazza sei ampie arcate visibili ancora oggi. 

    Nel 1814 il Palazzo San Crispino venne ristrutturato, ma è ancora possibile vedere, scolpito nei capitelli delle colonne, una suola di scarpa, l’emblema dell’Arte.

  • Settima tappa - Via Zemola Ferrara

    Nel corso dei secoli la strada, collocata nella parte medievale della città, ha avuto diverse denominazioni, tra cui ‘Via dei Malpaga’, forse dal nome di un postribolo i cui avventori avevano l’abitudine di versare alle donne un compenso molto scarso e umiliante.
    L’attuale denominazione di Zemola sembra derivi da Gemmola, località dei colli padovani dove Beatrice I d’Este aveva fondato un monastero all’inizio del Duecento.

    Tra i vari miracoli avvenuti lungo la via, ricordiamo quello di Casa Obizzi, compiuto da Sant’Antonio da Padova nel 1228. La sposa del Cavalier Taino degli Obizzi era tormentata dalla gelosia del marito. Anche la nascita di un bambino fu per lei motivo di tristezza, perché il consorte sospettava un suo adulterio. La giovane chiese aiuto a frate Antonio da Padova, di passaggio a Ferrara, il quale si recò nella casa degli Obizzi e, rivolto al neonato, gli chiese di indicare chi era il padre. Il neonato indicò Taino, salvando così l’onore della madre.

    Inoltre, all’angolo con Via della Paglia, si possono vedere tuttora il busto della Vergine e una lapide che ricordano un miracolo avvenuto nell’Ottocento. Il 5 settembre del 1845 un bambino di 9 mesi cadde ai piedi del busto della Madonna da quasi nove metri d’altezza e rimase miracolosamente indenne.

  • Ottava tappa - Casa di Stella de' Tolomei Ferrara

    In Via Cammello 20, nei pressi del castrum bizantino, troverete un’antica casa del Quattrocento, con la porta e le finestre ad ogiva, che ricorda la vicenda della ‘bellissima e virtuosa’ Stella de’ Tolomei, detta ‘degli Assisini’ per la provenienza del padre, amante prediletta del Marchese Niccolò III, con cui ebbe tre figli: Ugo, Leonello e Borso.

    Nell’attesa di diventare presto consorte del Marchese, in realtà ebbe un destino diverso. Niccolò III infatti decise di sposare la giovanissima Parisina Malatesta: le nozze vennero celebrate con grande sfarzo, ma intanto si consumava il dramma di Stella che un anno dopo moriva consunta dal dolore; anzi le cronache dicono proprio che morì di ‘crepacuore’.

  • Nona tappa - Monastero di Sant'Antonio in Polesine Ferrara

    Sant’Antonio in Polesine è un suggestivo monastero di monache benedettine che sorge nella parte più antica della città. Il convento fu fondato su di un polesine, vale a dire un’isola in mezzo al Po, che a quel tempo scorreva a sud della città. 

    In seguito all’interrimento del canale che separava l’isola dalla terraferma, verso la metà del Quattrocento l’ormai ex polesine venne incluso all’interno delle mura cittadine con l’Addizione di Borso d’Este, senza perdere la particolare atmosfera di pace e isolamento che conserva ancora oggi.

    Nella chiesa interna delle monache si possono ammirare affreschi della prima metà del XIV secolo con dettagli iconografici insoliti e curiosi, e in certe ore del giorno si levano i canti delle benedettine e il dolce suono della cetra.

Ultimo aggiornamento 09/05/2024

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Redazione Ferrara e provincia

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