Sinuose, essenziali, moderne: in quest’articolo andiamo alla scoperta delle più belle architetture modenesi contemporanee.
Modena è conosciuta per i suoi antichi gioielli architettonici di rara bellezza, come il Duomo e la sua Torre Ghirlandina dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, o altri edifici che hanno fatto la storia della città, come il Palazzo Ducale, ora Sede dell’Accademia Militare.
Ma anche gli amanti dell’architettura moderna e contemporanea non possono rimanere comunque delusi da una visita in città.
Ecco un itinerario dedicato agli “archilovers” in grado di regalare inaspettate emozioni: a Modena nel corso del ‘900 sono stati infatti progettati e realizzati, anche da nomi illustri a livello internazionale, edifici e installazioni che oggi sono parte integrante della realtà cittadina, la cui presenza s’intreccia con quelli più storici.
Curiosi di sapere quali?
Il primo, in assoluto, è sicuramente il Mercato Storico Albinelli, probabilmente il primo esempio di architettura moderna in città, risalente alla prima metà del ‘900.
Da sempre cuore della gastronomia locale, fu un progetto all’avanguardia per i tempi; per esempio l’attenzione particolare all’igiene, con splendidi banchi di marmo rosa per i pescivendoli, fornitura di acqua corrente ad ogni postazione e un pavimento progettato in modo che fosse semplice da pulire.
Oggi è certamente una delle più belle opere di arte moderna di Modena e uno dei mercati italiani meglio preservati.
È un gioiello in stile liberty che trae ispirazione dai primi mercati coperti francesi. È caratterizzato da tipiche insegne nero e oro sulle botteghe in muratura, da uno splendido cancello in ferro battuto e dalle eleganti volute sempre in ferro lavorato che collegano le colonne portanti.
Al centro si trova la bellissima fontana della “fanciullina con canestro di frutta”, opera del Graziosi.
Inaugurata nel maggio 2008, la Chiesa di Gesù Redentore è stata progettata dall'architetto milanese Mauro Galantino, vincitore del concorso nazionale indetto dalla Conferenza Episcopale Italiana per qualificare l'architettura religiosa.
È la chiesa più grande della diocesi di Modena e sicuramente una delle strutture più "insolite" che si trovano in città, esempio dell'espressione minimalista dell'architettura italiana contemporanea.
Nel progetto, studiato fra il 2001 e il 2005 e pensato per trasmettere una sensazione di serenità, bellezza e misticità, sono accoste superfici lineari di pietra e facciate trasparenti.
Lo stile è semplice, la luce è utilizzata sapientemente, il design e la struttura sono minimali, la qualità dei materiali è elevata.
La Chiesa di Gesù Redentore, oltre ad essere un grande esempio di architettura contemporanea, è senz’altro un'opera che sa emozionare i visitatori.
Il Cimitero di San Cataldo Aldo Rossi è la parte nuova del cimitero di Modena realizzata sulla base del progetto dell'architetto Aldo Rossi nel 1971 ma rimasto ad oggi incompleto.
È espressione magistrale della poetica di Aldo Rossi, che ha sviluppato l’idea sul significato che lui stesso attribuisce alla morte e alla memoria.
Si sviluppa in un analogico percorso di edifici, che costituiscono una specie di “città dei morti” che si contrappone a quella dei vivi, al cui centro si erge il grande cubo (l’ossario), una costruzione quadrata con tante piccole finestre geometriche da cui penetra la luce.
La parte moderna che abbraccia idealmente il fabbricato originario delle officine Ferrari, sede del Museo Enzo Ferrari di Modena, è una struttura avveniristica progettata dallo studio inglese Future Systems di Jan Kaplicky nel 2012.
È composta da una facciata a vetri inclinata e una copertura in metallo che ricorda la silhouette di un imponente “cofano” di colore giallo e che rievoca la tradizione della grande casa automobilistica Ferrari.
Una struttura che avvolge come in un abbraccio la casa dove nacque Enzo Ferrari dove vivere, tra le automobili più significative della sua vita, la storia del fondatore, come pilota creatore della Scuderia negli anni ‘30 e come costruttore dal 1947.
Una storia raccontata anche da un filmato spettacolare che avvolge il pubblico e permette di collocare Enzo Ferrari nelle diverse epoche, tra piloti, modelli di auto e personaggi noti.
Lungo via Vignolese, sulla rotatoria “Vignolese-Tangenziale”, è impossibile non notare il Grande Grappolo d’Uva alto oltre 12 metri con oltre 240 acini in vetro soffiato!
Una grande opera, realizzata dal maestro modenese Erio Carnevali come omaggio al Lambrusco, donato dal Consorzio al Comune di Modena.
Con le sue dimensioni imponenti, è un grappolo di straordinaria bellezza, tra i più grandi manufatti artistici realizzati in vetro di Murano al mondo.
La scultura dell’Oca Gigante Kimera, che si trova tra Via Formigina e Strada per Cognento, è stata realizzata da Carlo Cremaschi e riproduce una grande oca giocattolo con le ruote.
Alta circa 6 metri, totalmente in acciaio (16 tonnellate!), Kimera rappresenta "un grande giocattolo arrugginito abbandonato da un bambino gigantesco" e vuole rendere omaggio al Novecento, un secolo di “crudeltà e dolcezza, intelligenza e brutalità, potenti illusioni, grandi speranze e rovinose cadute”.
Leggera e pesante al tempo stesso, quest’opera è stata costruita attraverso la tecnologia industriale e poggia direttamente sul suolo: un’installazione particolare dall’enorme simbologia.