Questo itinerario giornaliero conduce a vivere un'avventura naturalistica e coinvolgente nel Parco Fluviale Regionale dello Stirone e del Piacenziano alla scoperta di fossili millenari.
Il Parco è nato alla fine del 2011, dall'unione tra il Parco Regionale Fluviale dello Stirone e la Riserva Naturale Geologica del Piacenziano.
L'intero Parco riveste una straordinaria importanza dal punto di vista paleontologico, grazie alla notevole presenza di reperti fossiliferi dell'era Terziaria e Quaternaria, portati alla luce da processi erosivi, che lo hanno reso noto al mondo scientifico internazionale.
Una visita al Parco consente l'osservazione di una ricca varietà di ambienti: la zola fluviale, i boschi, le zone aperte e i calanchi, particolarmente suggestivi da un punto di vista paesaggistico e ricchi di specie vegetali ed animali.
Oltre al grande interesse per l’habitat naturale e per la numerosa avifauna che lo popola (circa 40 specie diverse di uccelli), il Parco Fluviale Stirone riveste una singolare importanza dal punto di vista paleontologico.
Lo straordinario canyon formato dal torrente risulta composto da stratificazioni argillose ricche di fossili marini: costituisce pertanto una sorta di museo all’aperto, con sentieri segnalati e aree attrezzate, che documenta il passaggio dall’era terziaria al Quaternario (circa 2 milioni e mezzo di anni fa), quando il mare ricopriva la zona.
Nel parco sono possibili visite guidate che privilegiano la scoperta di particolari aspetti di quest’area protetta.
Il nuovo polo museale MuMAB - Museo Mare Antico e Biodiversità - sorge nell’area del Parco dello Stirone e Piacenziano, presso il Podere Millepioppi, ed è composto dall'unione di due precedenti musei: il museo “Mare Antico” allestito precedentemente al palazzo dei Congressi di Salsomaggiore, e il Museo Naturalistico del Parco dello Stirone prima presente a Scipione Ponte.
Amministrato in collaborazione con l'Ente di gestione dei Parchi del Ducato con finalità sociali e culturali, il museo custodisce un'interessante collezione di reperti fossili e paleocetologi rinvenuti negli ultimi 30 anni dal paleontofilo Raffaele Quarantelli (1930-2004) e da esso recuperati con l'aiuto del "Gruppo Paleontofili Salsesi". Tale raccolta è probabilmente ad oggi la più ricca ed importante collezione "moderna" di fossili dell'Emilia Romagna, se non dell'intero Bacino Padano.