Bologna è una delle città con il centro storico medievale meglio conservato. Antiche e possenti mura delimitavano il centro urbano, fatto di torri e porte monumentali.
Le torri che ancora si ergono sono poche, le mura sono quasi del tutto scomparse, ma ben visibili e simbolicamente a guardia d’accesso del centro città, ecco stagliarsi 10 delle 12 porte originarie.
La più a nord, oggi nel piazzale antistante l’attuale stazione dei treni, è detta anche la Porta della rocca ostile, per via della vicina fortezza voluta dal cardinale Bertrando del Poggetto.
Ebbe fin dalle origini l’importante funzione di raccordare vie di terra e d’acqua verso la pianura e verso Ferrara. Ancor’oggi sotto di essa scorre un canale che ci ricorda l’insospettabile importanza dell’acqua per Bologna.
Anche questa porta lega la sua storia all’acqua per la vicinanza dell’antico porto fluviale, ma anche perché la strada che ne usciva conduceva ai tanti specchi d’acqua che coprivano la bassa pianura (lama in latino significa stagno, palude).
Più volte ricostruita, oggi in stile barocco, ospita sul prato adiacente alcune statue a ricordo della battaglia del novembre del 1944 che dopo fasi alterne vide i partigiani prevalere su un contingente di truppe nazifasciste.
Eccoci a Porta San Felice o “Porta della guerra” perché da qui transitavano gli eserciti in marcia verso l’occidente ostile (transitò qui anche il prigioniero regale Re Enzo, figlio di Federico II, portato poi in quella fortezza nel cuore della città che prenderà il nome appunto di Palazzo Re Enzo).
Trovandosi sul tracciato della Via Emilia è sempre stata cruciale, ospitando negli edifici annessi il corpo di guardia e i gabellieri addetti alla riscossione dei dazi.
Porta monumentale e fortificata, appena varcata dà accesso al portico che porta al Santuario di San Luca, sul colle della guardia. Al cassero di Porta Saragozza nel 2004 è stato collocato il Museo della Beata Vergine di San Luca.
Deve il suo nome alla via che l’attraversa, probabilmente collegata alla presenza del vicino Collegio di Spagna.
Una delle vie d’accesso ai colli di Bologna è anch’essa legata ai canali cittadini: qui entrava in il canale di Savena che con le sue diramazioni forniva l’energia idraulica e la relativa forza motrice a decine e decine di opifici in cui sia lavorava la lana e la seta.
L’ultimo restauro che l’ha portata all’aspetto attuale è del 1850.
Anche Porta Santo Stefano collega il centro col verde, in particolare appena fuori questo varco ecco i Giardini Margherita, il parco cittadino più grande e tra i più amati dai bolognesi.
Per via della collocazione in direzione passo della Futa, è detta anche la “porta per la Toscana”. Gli edifici ora presenti del passaggio monumentale, successivi all’Ottocento sono chiamati “barriera gregoriana”.
Definita la “Porta d’onore” della città, in quanto presidia la continuazione della via Emilia oltre il suo tratto urbano verso la Romagna. Nel 1903 si decise che andava abbattuta, ma a demolizione iniziata e dopo un lungo e vivace dibattito nel 1909 prevalse l’opinione di chi volle conservare e restaurare i ruderi rimasti.
Come per Porta Saragozza, anche qui si dirama un portico verso la periferia della città che congiunge Santa Maria degli Alemanni col centro.
La “porta per Ravenna”, deve il suo nome al santo celebrato nella vicina città romagnola, da cui Bologna dipese dal punto di vista ecclesiastico per tanti secoli.
Venne eretta nel 1286 con gli annessi alloggi per il capitano, un possente torrione e un ponte levatoio poi dismesso.
La porta che guarda la strada per le valli d’Argenta e per Ferrara e oggi apre sull’omonimo quartiere era dotata anch’essa di ponte levatoio e ha rischiato di finire demolita per liberare spazio alla viabilità moderna, ma alla fine si è salvata – seppur ridimensionata – e dà il benvenuto a chi entra oggi nella zona universitaria, via Zamboni e via Irnerio.
Porta della Mascarella è tra quelle che più conserva aspetti originari. Fu edificata nel XIII secolo, ma poi fu mantenuta attiva con una certa intermittenza.
Esistevano poi altre due porte a completare la cerchia muraria del 1300: Porta S.Isaia e Porta San Mamolo, abbattute nel 1903 per fare largo alla moderna circonvallazione e al progresso che avanzava.