Se sei un appassionato di fotografia, sei fortunato: il territorio di Faenza offre una serie di punti panoramici in grado di catturare la tua attenzione e la tua immaginazione.
Questo territorio è infatti un vero scrigno di bellezze paesaggistiche e naturali che si prestano alla perfezione per essere fotografati, in ogni stagione dell’anno.
Partendo dal centro storico di Faenza in macchina, in poco meno di 10 minuti si raggiungono le prime pendici dell'Appennino romagnolo dove sorge l’ex colonia elioterapica di Castel Raniero, costruita fra il 1926 e il 1932.
Dopo aver parcheggiato nei pressi della chiesetta di Sant’Apollinare, si imbocca un percorso di circa 1 km sulla sinistra per salire a piedi al punto panoramico dell’Olmatello, una terrazza naturale con veduta sui calanchi argillosi della zona.
La vista che si ammira da qui è fantastica con sabbie gialle, calanchi di origine fluviale, alti pini con il classico profilo ad ombrello.
Il punto panoramico sorge in una proprietà privata ma si può liberamente visitare, prestando attenzione, perché posta in prossimità di uno strapiombo non protetto, chiamato “il burrone di San Cristoforo”.
Scesi nuovamente alla chiesetta di Sant’Apollinare, ci si può spostare a Oriolo dei Fichi, un piccolo borgo che domina la pianura circostante.
Punto di interesse storico di questa piccola località è una torre medievale, attualmente gestita dall’Associazione per la Torre di Oriolo.
Oggetto vari restauri, il manufatto risale al 1476, anno di ristrutturazione del fortilizio ad opera dei Manfredi, signori di Faenza, ed è tradizionalmente attribuita a Giuliano da Maiano.
L’edificio a pianta esagonale irregolare detta a “doppio puntone” presenta ben cinque piani, i primi due interrati e seminterrati, gli altri tre collegati da una scala a chiocciola in arenaria.
Da questa scala è possibile raggiungere l’ampio terrazzo in cima e godere di una vista straordinaria sul territorio circostante. Nei giorni limpidi è possibile ammirare le città di Faenza, Forlì e Ravenna, e parte della riviera romagnola da Mirabilandia fino a Cesenatico, ma anche il colle di Bertinoro e alcune cime dell’Appennino retrostante.
Dalla Torre di Oriolo dei Fichi a un altro manufatto di età medievale. Ripresa la macchina si raggiunge l’abitato di Brisighella, considerato uno dei Borghi più Belli d'Italia, per ammirare il paesaggio dalla sua Torre dell’Orologio. .
Adagiata tra le verdi colline della valle del fiume Lamone, Brisighella sorge alle pendici del Parco appenninico della Vena del Gesso, ai piedi di tre pinnacoli rocciosi che ne scandiscono il profilo paesaggistico e ne segnano l’orizzonte geografico e storico.
La torre dell’Orologio posta su uno di questi tre pinnacoli può essere raggiunta a piedi partendo direttamente dal centro storico del paese o, in alternativa, parcheggiando ai piedi della Rocca Manfrediana.
Questa Torre fu eretta da Maghinardo Pagani da Susinana per scopi difensivi e ricostruita più volte nel corso della storia. La versione odierna è del 1850, anno in cui fu collocato l’orologio, la cui particolarità, è di avere un quadrante con solo 6 ore.
Dalla sommità del colle è possibile godere una vista panoramica sull’intero paese, i gessi e i calanchi della zona, ma anche sulla valle del Lamone e le verdeggianti colline coltivate a ulivi e vigneti.
Risalendo in auto dal centro di Brisighella Via Rontana, si raggiunge in poco tempo la cima del Monte Spugi, parte integrante del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola.
Qui si trova un punto panoramico molto interessante per ammirare il territorio circostante, confermato anche dalla presenza di una delle panchine giganti facenti parte del Big Bench Community Project.
Da questa postazione immersa nella natura, è possibile ammirare lo straordinario paesaggio sui calanchi della Vena del Gesso Romagnola.
Come punto di riferimento per raggiungere la panchina, si consiglia di parcheggiare nei pressi della Cantina Casadio; e, da qui, a piedi in meno 10 minuti, raggiungere il punto panoramico.
Il penultimo punto panoramico da visitare è Monte Mauro (515 m. slm), la vetta più alta del Parco della Vena del Gesso Romagnola.
Ripresa l'auto, tramite la strada provinciale SP 23, si raggiunge Riolo Terme; al primo incrocio si svolta a sinistra imboccando Via Firenze, e dopo circa 1 km si svolta a sinistra per Via Rio Ferrato. Oltrepassata un'azienda agricola, la strada principale prende il nome di Via Monte Mauro (negli ultimi 600 m. è ghiaiata fino al parcheggio sulla destra).
A piedi si percorrere più di 1 km di strada per arrivare alla Pieve di Santa Maria in Tiberiaco vicino alla cima di Monte Mauro da cui possiamo ammirare ampi panorami a 360°sulle valli del Senio e del Sintria, sull'Appennino e si possono anche scorgere anche i grattacieli di Milano Marittima e di Cesenatico.
Un’ultima tappa per ammirare un paesaggio da fotografia è all’interno del comune di Riolo Terme, rinomata città per le ricchezze storiche, ambientali, enogastronomiche ma soprattutto per le acque termali.
Qui saliamo per Via Mazzolano fino ai pressi del monumento ai Portaferiti, dove è possibile parcheggiare l'auto. Attraverso un sentiero che costeggia i campi, si raggiunge località Mezzacosta, da cui è possibile vedere il paese di Riolo e le sue verdeggianti colline comodamente seduti su delle panche di legno.