Una giornata da dedicare alla scoperta di due polmoni verdi della Romagna, due pinete dove la bellezza della natura è la cornice di un ecosistema tanto delicato quanto stupefacente.
La prima ha ispirato Dante Alighieri per la descrizione della selva incantevole del Paradiso terrestre, in cui lui e Virgilio entrano nell'ultimo giorno del loro mistico viaggio. Niente meno che la Pineta di Classe, che al tempo del sommo poeta si estendeva per molti chilometri a sud e a nord di Ravenna.
La seconda è la Pineta di Cervia, compresa nel Parco del Delta del Po dell'Emilia-Romagna. Un tuffo nel verde intriso di profumo di mare, tra sentieri, radure e pini secolari.
Questo itinerario inizia con l’esplorazione della Pineta di Classe, più precisamente con il percorso alla scoperta delle Querce di Dante. Si parte da Parco I Maggio a Ravenna, a piedi o in bicicletta.
Il percorso ad anello si snoda per circa 4 km, entrando nella pineta da Ponte Botole, riconoscibile già all’orizzonte grazie agli alti pini domestici che si stagliano contro il cielo, distinguibili per la loro particolare forma a ombrello.
All’interno di quest’oasi, a due passi dal Mar Adriatico, non si può non notare un grande querceto: nelle zone asciutte si ritrova il leccio, mentre in quelle umide la farnia. Ed è esattamente a questo polmone verde che Dante si ispirò durante la stesura di alcuni versi della sua Commedia.
L'intera area è caratterizzata da una vegetazione tipicamente mediterranea, punteggiata sia da radure a prati aridi che da bassure allagate interne al bosco con acqua salmastra e dolce.
Le Querce di Dante non sono l’unica area da esplorare all’interno della pineta di Classe: ci si può spingere fino alla Pineta dell'Ortazzino, in prossimità di Lido di Classe, e a quella dell'Ortazzo, che si sviluppa attorno alla foce del Torrente Bevano.
Questi due comprensori compongono il sito costiero con la più ricca biodiversità di tutto il litorale emiliano-romagnolo, sia vegetale che faunistica. L'intero sito è infatti fondamentale per la migrazione e lo svernamento degli uccelli acquatici e dei rapaci diurni.
La seconda parte dell’itinerario dedicato alle pinete della Romagna prevede di addentrarsi nella Pineta di Cervia e nella sua fitta rete di sentieri dove lasciarsi trasportare dalla contemplazione di ambiente incontaminato.
Al suo interno, infatti, si trova un percorso naturalistico provvisto di bacheche illustrative che raccontano la storia e le caratteristiche di questo ecosistema fortemente variegato, oltre a due percorsi running con palestre provviste di attrezzature per l’esercizio fisico dedicate agli appassionati di sport all’aria aperta.
Anche qui, alle zone verdi si alternano radure sabbiose e dune, prati umidi con erbe alte e giunchi e la tipica canna di Ravenna. Un tempo si potevano contare numerosissime specie di fiori, oggi resistono ancora alcune specie di orchidee selvatiche.
Curiosità: qualcuno forse si starà chiedendo come hanno fatto a mettere radici i pini su un suolo in origine così sabbioso e sterile. Ancora oggi non si sa con certezza chi furono i primi a piantarli, ma l’ipotesi più probabile è che siano stati i romani, interessati ad avere quel tipo di legno a disposizione per costruire la flotta navale.
Questa giornata nel verde a ridosso della riviera promette di riportare il sorriso anche sui visi più provato dallo stress quotidiano ma ad una condizione: un ecosistema così prezioso merita cura e rispetto!