L’Appennino Piacentino custodisce storie di resistenza e libertà e seguendo questo itinerario scoprirete la storia di due valli.
La Val Nure, ricca di aree boschive ed antichi laghi e la Val d’Arda, ricca di boschi di querce e castagni secolari .
Durante la Seconda Guerra Mondiale, queste zone favorirono l’organizzazione e furono rifugio per i partigiani della 60ª Brigata Garibaldi (detta Stella Rossa) che da qui contrastavano le forze nazifasciste.
Questo itinerario di due giorni propone due trekking immersi nella natura:
L’esperienza si conclude con la visita al Museo della Resistenza Piacentina, un luogo che raccoglie testimonianze e cimeli di quegli anni.
I percorsi sono adatti a camminatori esperti, allenati e amanti del trekking, con dislivelli fino a 700 m e una lunghezza tra i 9 e gli 11 km.
Il weekend inizia nel borgo di Bettola, a 35 km da Piacenza, da cui si prosegue verso Calenzano fino alla località Piccoli di Calenzano, paesino di poche case in sasso tipiche della montagna. Lasciata la macchina presso località, vicino alla chiesa si parte per il trekking.
Si percorre il Sentiero della Stella Rossa, un percorso ad anello di 9,5 km con 700 m di dislivello, segnato con la tipica stella bianca e rossa che caratterizza i sentieri della Libertà a Piacenza.
Cosa vedere
Curiosità
Nelle giornate limpide, dalla vetta si scorgono Piacenza, il fiume Po e la sponda lombarda.
Consiglio
Porta con te il pranzo al sacco e goditi una sosta sulla vetta prima di ridiscendere.
Contemplando questo panorama aperto a 360° è facile immaginare come questa posizione strategica sia stata utile alla 60ma Brigata Garibaldi (Stella rossa) a mantenere sotto controllo gli avanzamenti e a progettare azioni contro il nemico.
Dopo una meritata pausa, il sentiero prosegue attraverso boschi di querce, robinie e faggete, scendendo lungo il crinale destro del Monte Tito fino a tornare a Calenzano per riprendere la macchina.
Link al sito o guida cartacea del sentiero sottomano per soffermarsi lungo il percorso e leggere la storia della Brigata che subì pesanti perdite durante i rastrellamenti che colpirono la Val Nure.
Cosa vedere
Da gustare
Al termine del trekking è tempo di concedersi una merenda presso uno dei ristoranti o trattorie tipiche della zona, dove si possono degustare i piatti tipici come: la bortellina bettolese accompagnata dai salumi d.o.p. o la torta di patate De. Co. tipica della val Nure.
La prima giornata volge al termine ed è il momento di spostarsi per il pernottamento e la cena in Val d’Arda, nella zona di Morfasso per avvicinarsi al punto di partenza del secondo trekking.
Morfasso si raggiunge percorrendo una strada ricca di tornanti e scorci che si aprono sul paesaggio.
Per cena ci si potrà ristorare con almeno un piatto tipico della zona a scelta tra:
Il mattino seguente, riprendendo l’auto, si raggiunge la piccola località di Sperongia di Morfasso, lungo la SP21, qui una deviazione permette di raggiungere Settesorelle, più precisamente la piccola località di Dadomo, un paesino di case in sasso tipiche della zona montana.
Dadomo è il punto di partenza del secondo trekking: “Sentiero partigiano di Giovanni lo Slavo” di 11 km di lunghezza e 650 m di dislivello.
Anche in questo caso trattandosi di un sentiero ad anello, al termine del percorso si torna al punto di partenza.
Cosa vedere
Curiosità
Giovanni Grkavaz, detto "Giovanni lo Slavo", era un giovane carismatico militare jugoslavo che, dopo l’invasione nazista, radunò partigiani di diverse origini e mise in difficoltà le milizie fasciste, diventando un simbolo di unità e coraggio.
Consiglio
Gli escursionisti più esperti possono partire direttamente dal Museo della Resistenza di Sperongia, allungando il percorso di qualche chilometro.
A metà percorso, una breve deviazione porta alla Grotta dell’Eccidio, luogo di memoria in cui i nazifascisti trucidarono due giovani partigiani di 17 anni durante il rastrellamento del gennaio 1945.
Consiglio
Fermati per un momento di raccoglimento davanti alla targa commemorativa in marmo.
Dopo aver visitato la Grotta dell’Eccidio, il sentiero prosegue fino a Case Nuove, una piccola frazione montana che ha svolto un ruolo chiave durante la Resistenza partigiana. Se necessario qui è possibile rifornirsi d’ acqua e fermarsi per un breve spuntino.
Qui i partigiani trovavano riparo nelle case isolate, utilizzandole come rifugi strategici e punti di osservazione sulla valle.
Cosa vedere
Curiosità
La Casa del Cucù era un punto di ritrovo per i partigiani della zona, che qui si riunivano per pianificare azioni di sabotaggio contro il nemico.
Consiglio
Giunti a Dadomo per riprendere l’auto si può andare alla ricerca di un buon piatto rigenerante, magari tra le piccole osterie di montagna che un tempo erano luogo di ritrovo per i partigiani che qui discutevano progetti per sabotare i nemici.
Rinfrancati dal pasto il weekend può volgere al termine con la visita al Museo della Resistenza Piacentina, a Sperongia di Morfasso.
Il museo, pensato come una mescolanza di testimonianze della resistenza partigiana piacentina, conserva video-testimonianze, cimeli e documenti originali per non fa dimenticare la storia di coloro che combatterono su queste montagne.
Usciti dal museo non mancherà la voglia di progettare un nuovo trekking sui sentieri della libertà.