Un itinerario che unisce un tour gastronomico dei prodotti tipici e un’escursione nella natura della Val Nure, la valle più incontaminata di Piacenza.
Anche le materie più povere regalano grandi soddisfazioni in cucina, se ben lavorate e presentate. Tra i diversi tipi di pasta ripiena tipici di Piacenza, la forma più speciale è quella del tortello con la coda, nato a Vigolzone in onore dell’arrivo del poeta Francesco Petrarca.
Risalendo la Val Nure le tappe del gusto da non perdere sono: Albarola, dove assaggiare la torta di fichi, Bettola per la sua bortellina fritta e Farini, dove assaporare la torta di patate.
Tutt'intorno il paesaggio cambia, passando dall’area pianeggiante, che ospita il borgo di Grazzano Visconti, alla primissima altura con l’archeologia industriale di Ponte dell’Olio, sino all’Alta Val Nure ricca di sentieri, antichi laghi e boschi, dove godersi lunghe passeggiate e splendidi panorami, lontano dal caos cittadino.
Usciti dalla città di Piacenza e imboccata la Val Nure una prima tappa obbligata è Grazzano Visconti.
Questo borgo è opera dell’ingegno di Giuseppe Visconti di Modrone, che ereditò un castello di origine trecentesca e lo trasformò in un ambiente eclettico, costruendovi intorno un villaggio in stile neogotico.
Passeggiare per le strade acciottolate del borgo permette di fare un tuffo nel passato, che riporta alle mode di inizio Novecento e agli intrighi di una numerosissima famiglia, ritratta dallo stesso Giuseppe sotto il palazzo dell’Istituzione. Tra i figli compare il più illustre, il regista Luchino Visconti.
Si riparte quindi per Vigolzone, alla ricerca di un’osteria dove assaggiare i tortelli con la coda. Un tempo sotto il dominio della famiglia Anguissola, il castello del borgo ospitò il poeta Francesco Petrarca.
Si dice che il nobile Bernardo Anguissola ordinò alle proprie massaie di rendere più graziosi i fagottini di pasta ripiena in onore del famoso letterato. Nacque così il tipico intreccio di questi particolati tortelli, che ancora oggi può essere realizzato soltanto manualmente. Il ripieno è composto da ricotta ed erbette, mentre per il condimento si può scegliere tra burro e salvia o sugo di funghi.
Come dolce, nella giusta stagione, si può chiedere la torta di fichi di Albarola, piccola località a breve distanza dal centro abitato che accoglie nel proprio territorio una notevole villa di campagna e una delle cantine che producono i vini DOC Colli Piacentini.
Al termine del pranzo si riparte verso sud. Un ponte sul torrente Nure porta a Ponte dell’Olio, dove si conserva un esempio di archeologia industriale: le antiche fornaci Cementi Rossi.
Proseguendo si giunge alla tappa successiva: Bettola. Questa località, vivace soprattutto nel periodo estivo, ha nella propria piazza un monumento a Cristoforo Colombo. Si crede, infatti , che la famiglia del celebre esploratore sia originaria proprio di Bettola.
Esiste nel comune la Torre di Cristoforo Colombo, visitabile su appuntamento, mentre nei dintorni, salendo verso la collina si trova un imponente torrione imputabile alla famiglia ducale di Piacenza, i Farnese.
Bettola è anche una tappa che regale gioie per il palato, perché è la patria della bortellina bettolese, una specie di frittella a base di acqua e farina dorata e croccante, ottima per accompagnare salumi e formaggi. Consigliata da assaggiare come antipasto durante la cena, prima di un ottimo sonno ristoratore.
La mattina si riparte in direzione Farini, dove è d’obbligo provare la tipica torta di patate.
Secondo la tradizione, nel giorno dedicato a San Savino le patate ammaccate durante il raccolto venivano bollite e ridotte in purea. A questa si univano poi un soffritto di lardo, burro cipolle e del formaggio grattugiato. Con il ripieno si farciva una sfoglia poi cotta in forno.
Il prodotto si presta come antipasto o merenda, ma è anche un ottimo cibo da asporto da gustare durante un pic-nic.
È tempo ora per un’escursione a piedi. Da Farini si imbocca la strada per la frazione di Mareto. Si lascia qui l’auto e si parte per un anello escursionistico (di difficoltà intermedia) attorno al Monte Aserei: circa 11 chilometri, da affrontare muniti di mappa, acqua e abbigliamento adeguato.
I sentieri CAI di riferimento sono: 027 e 151. Da Mareto si prosegue fino alla località Fontanone, dove inizia il vero e proprio anello. Per la salita si prosegue verso ovest, dirigendosi verso Cima Liscaro, mentre si farà ritorno dalla direzione est.
Dalla cima del Monte Aserei (1432 mt.) si possono ammirare sia la Val Nure che la Val Trebbia: lo spettacolo è particolarmente affascinante in primavera, quando i pascoli sono in fiore. I prati offrono spazi ideali anche per una sosta pranzo.
Per i dettagli del percorso consultare il sito visitpiacenza e le guide cartacee dedicate, in vendita sul territorio.
Giunti al termine della passeggiata è il momento di tornare verso casa, in attesa di organizzare la prossima escursione sui colli piacentini.