Lungo la Valle del Santerno tra trekking, storia e paesaggio

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Un itinerario “slow” di due giorni nel verde della Valle del Santerno, per conoscerne le sue caratteristiche, le sue unicità e la sua storia: il versante imolese del Parco della Vena del Gesso Romagnola con il centro visite La Casa del Fiume, la spettacolare vista panoramica della gessosa Riva di San Biagio ed i segreti rinascimentali della famiglia Alidosi a Castel del Rio

  • Durata
    48 ore
  • Interessi
    Natura & Outdoor
  • Target
    Tutti
  • Prima Tappa - La Casa del Fiume Borgo Tossignano

    Il punto di partenza del nostro viaggio è il Centro Visite La Casa del Fiume a Borgo Tossignano: si ratta del centro visite del versante bolognese del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola. La sua particolare posizione, tra i bacini di Rineggio, mostra al visitatore le caratteristiche ambientali di quest’area golenale. 

    La Casa del Fiume è il luogo ideale per chi desidera allontanarsi dall’ambiente cittadino ed immergersi nella natura, senza però abbandonare i comfort della “civilizzazione”: un punto ristoro offre la possibilità di un pranzo tipico, le aree attrezzate per i pic nic sono invece pronte per accogliere chi preferisce un pasto “fai da te”, prima di partire per un trekking o un’avventura in mountain bike. 
    I piccoli visitatori posso muoversi liberamente nelle aree gioco a tema, per conoscere la fauna che popola il Parco e provare l’esperienza dell’Orienteering. I ragazzi più grandi possono invece mettere alla prova le loro capacità in sella alla propria MTB grazie alla nuova Pump Track, un circuito dedicato all’apprendimento delle tecniche utili ai giovani bikers.

    Consigliatissima è l’escursione a piedi che parte proprio dalla Casa del Fiume e sale fino alla sommità del Monte Penzola, cima più alta della sezione occidentale del Parco. L’itinerario dura circa 3 ore tra andata e ritorno.

    Da non perdere inoltre il Ponte Bailey, traccia visibile della Seconda Guerra Mondiale; il ponte è visibile dal moderno ponte carrabile, ma non è percorribile.

  • Seconda Tappa - La Riva di San Biagio, Parco della Vena del Gesso Romagnola Borgo Tossignano

    L’itinerario prosegue lungo il corso del fiume Santerno, per salire fino a Tossignano. Questa piccola frazione, eternamente in competizione con la sottostante Borgo, organizza ogni anno nel giorno del martedì grasso la Festa della Polenta: contemporaneamente a Borgo si svolge invece la Sagra dei Maccheroni, a dimostrazione di come il campanilismo delle due frazioni sia ancora fortemente sentito dalla popolazione, nonostante appartengano oggi allo stesso Comune. 
    Si racconta che questo dualismo abbia avuto origine agli inizi del Novecento, quando un borghigiano “pestò il piedino” ad una donzella tossignanese. Le offese ai borghigiani che ne seguirono li convinsero a boicottare la Festa della Polenta, distraendo gli avventori che salivano a Tossignano offrendo loro maccheroni caldi.

    Tossignano oggi è un piccolo borgo che offre una vista mozzafiato sulla Riva di San Biagio: basta salire verso il punto panoramico dove oggi sorge una grandissima croce.
    La Riva di San Biagio è una formazione gessosa che rappresenta emblematicamente il Parco della Vena del Gesso Romagnola con i suoi strati di gesso. Quest’area protetta, divenuta Parco Regionale nel 2005, presenta caratteristiche geologiche uniche, che testimoniano un passato lontano in cui il territorio imolese era sommerso da un antico Mar Mediterraneo. In questi terreni un occhio attento potrà, infatti, rinvenire addirittura antichissime conchiglie perfettamente conservate.

  • Terza Tappa - Castel del Rio Castel del Rio

    Ultima tappa di questo itinerario è il borgo di Castel del Rio: se fino a qui abbiamo sottolineato le unicità naturali del territorio, Castel del Rio si presenta invece come luogo ideale per un breve excursus storico dell’area.

    Questo borgo montano conserva orgogliosamente le tracce di un passato glorioso e l’eredità di un popolo battagliero: l’antica Castrum Rivi fu infatti uno dei principali centri del commercio dei prodotti della Valle. 
    Fu la famiglia Alidosi ad elevare il centro abitato a vera a propria forza politica, insediandosi in questo punto strategico e creando vie di collegamento tra le due rive del fiume Santerno. 
    Le tracce della potenza di questa famiglia sono osservabili ancora oggi nello spettacolare Ponte Alidosi e nel Palazzo Alidosi, che ospita l’attuale sede del Comune.

    Una strada a tornanti scende verso gli argini del fiume: parcheggiata l’auto, si può percorrere a piedi il Ponte Alidosi, un eccezionale esempio di ponte a schiena d’asino a campata singola, tra i più notevoli a livello europeo. 
    Questa opera ingegneristica fungeva da collegamento tra le due rive del fiume, favorendo in maniera importante gli scambi commerciali. A fronte di una “gabella”, cioè un tributo, i commercianti potevano attraversare agilmente il fiume, per raggiungere la piazza di Castel del Rio. 
    In occasione delle Feste Rinascimentali che riportano in vita i fasti dei tempi Alidosiani, le salette interne del Ponte vengono aperte ai visitatori. Diverse sono le ipotesi sull’utilizzo effettivo di questi spazi angusti: generalmente sono considerati luoghi di stoccaggio delle merci, ma esiste anche la possibilità che fungessero da piccole carceri temporanee. 
    La spiaggia fluviale ai piedi del ponte è una piccola oasi, ideale per chi cerca un rifugio dalla calura estiva: un chiosco, diverse aree attrezzate per barbecue e le acque balneabili del Santerno rendono speciale questo tratto di fiume. 

    Il piccolo centro storico di Castel del Rio ospita il già citato Palazzo Alidosi. Edificato nel 1542, il Palazzo aveva la duplice funzione di abitazione signorile e di fortezza difensiva. Il lungo periodo Alidosiano è ancora osservabile nella caratteristica architettonica dell’edificio e nel cortile interno detto “delle tre fontane”, con la sua loggia preziosamente affrescata. 

    In seguito ad importanti ristrutturazioni, il Palazzo Alidosi è oggi la sede del Comune di Castel del Rio, che ha deciso di dedicare una grande sezione del complesso ad un altro periodo storico che ha fortemente segnato l’Appennino imolese: la Grande Guerra e la Seconda Guerra Mondiale. 

    Il Museo della Guerra e della Linea Gotica è nato qui quasi spontaneamente, su impulso degli abitanti locali, per raccogliere i reperti bellici rinvenuti in tutta la Valle del Santerno; la collezione del Museo è oggi incredibilmente ampia, con circa duemila gli oggetti organizzati in tre sezioni tematiche. 

    All’esterno del Palazzo Alidosi, è inoltre possibile osservare un raro aereo Texas T6, ulteriore testimonianza della storia di un territorio sconvolto dai conflitti mondiali. La visita a questo Museo è particolarmente interessante, in quanto offre una prospettiva originale sui conflitti: quella della popolazione locale, che lottò, che abbracciò gli Alleati e che ne conserva ancora, con austera fierezza, il ricordo.

Ultimo aggiornamento 12/01/2021

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Redazione Area imolese

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