Il Nuovo Circondario Imolese si presenta come un affascinante palcoscenico di storia e tradizioni, un territorio che si estende da est a ovest e da nord a sud, con la città di Imola al suo centro.
Questo itinerario, ricco di punti panoramici e di osservazione, è un invito a scoprire le meraviglie di una regione che, pur trovandosi a metà strada tra l’Emilia e la Romagna, offre un'esperienza unica e coinvolgente.
Passeggiando tra i vari Comuni, ci si imbatte in torri medievali che raccontano storie affascinanti, testimoni silenziosi della supremazia e dei possedimenti delle famiglie nobili che un tempo abitavano queste terre. Queste torri non solo scandiscono il tempo, ma rappresentano anche un'importante eredità architettonica, un legame tangibile con le origini di questi luoghi.
L’itinerario è accessibile a tutti, senza particolari difficoltà, rendendolo perfetto per famiglie, gruppi di amici o chiunque desideri immergersi nella cultura locale. Ogni tappa offre l’opportunità di esplorare non solo la bellezza paesaggistica, ma anche di assaporare le tradizioni culinarie e artigianali che caratterizzano questa zona. Come il Marrone di Castel del Rio, la cipolla di Medicina, il formaggio di Castel San Pietro, i ravioli di Casalfiumanese, i garganelli di Imola…)
Visitare il Nuovo Circondario Imolese non significa solo percorre un itinerario, ma vivere un'esperienza che arricchisce, un viaggio tra storia, panorami e tradizioni. Non resta che preparare le valigie e partire per questa avventura indimenticabile!
L’itinerario proposto è stato pensato per ottimizzare i tempi di spostamento lungo il territorio del Nuovo Circondario Imolese. Naturalmente è completamente personalizzabile in base alle esigenze individuali.
Partendo dall’uscita dell’autostrada A14 di Imola si svolta a destra e proseguendo in direzione Mordano sulla via Selice, dopo circa 12km si giunge alla frazione di Bubano.
La frazione di Bubano è comunque raggiungibile dal centro di Imola coi mezzi pubblici.
Il Torrione di Bubano fu costruito nel XIII secolo e faceva parte del sistema difensivo della città, che serviva a proteggere il territorio circostante e le vie di comunicazione. La sua posizione strategica lo rendeva un punto di osservazione importante per avvistare eventuali minacce.
Dell’antica Rocca voluta da Caterina Sforza nel 1493, oggi rimane integro solo uno dei Torrioni sforzeschi delle scuderie e una parte del Maschio restaurato nel 2014 ed oggi adibito in parte a Museo.
La Rocca o “Castello della Contessa” rimase agli sforza fino al 1499 quando venne conquistata da Cesare Borgia dopo un lungo assedio.
Una volta giunti in cima è possibile godere di una vista panoramica mozzafiato sulla campagna circostante. Le colline, i vigneti e i campi che si estendono all’orizzonte creano un’atmosfera incantevole, perfetta per fotografie indimenticabili.
Dalla frazione di Mordano ci spostiamo e in pochi km si raggiunge il Comune di Mordano.
Entrando nel borgo la prima cosa che si può notare sono le Torri gemelle di Bubano che fanno ala all’ingresso dell’antico nucleo fortificato di Mordano.
La Torri presentano forti richiami medievaleggianti ed è ricca di merli, secondo la moda dell’epoca. Le Torri Gemelle di Mordano, conosciute anche come le Torri di San Giovanni, sono un importante simbolo storico e architettonico della zona. La loro costruzione risale al periodo medievale, precisamente al XIII secolo, quando la regione era caratterizzata da un sistema di fortificazioni e torri difensive.
Originariamente, queste torri servivano a scopi militari e di avvistamento, permettendo di monitorare le vie di comunicazione e proteggere il territorio da eventuali attacchi. La loro posizione strategica le rendeva ideali per questo scopo, poiché offrivano una vista panoramica sulla campagna circostante.
Nel corso dei secoli, le torri hanno subito diverse modifiche e restauri, riflettendo le varie epoche storiche e le influenze architettoniche. Oltre alla loro funzione difensiva, le Torri Gemelle hanno anche avuto un ruolo simbolico, rappresentando il potere e la presenza della comunità locale. L’ultimo restauro risale alla fine dell’Ottocento in sostituzione dell’antica porta della Rocca di Caterina Sforza, su un progetto dell’ingegnere Brusi, il quale si ispirò alle torri dell’Arsenale di Venezia.
Oggi, le torri sono un importante punto di riferimento per Mordano e un'attrazione per i visitatori, che possono apprezzare non solo la loro storia, ma anche il panorama che offrono. La loro conservazione è un segno dell'importanza che la comunità attribuisce al proprio patrimonio culturale e storico.
Lasciata la città di Mordano si riprende la via Selice per giungere a Imola dopo 12 km circa.
Una volta giunti a Imola si prosegue in direzione Faenza, appena prima del ponte si trova la Torre del Dazio.
La Torre del Dazio fu costruita nel 1750 per volere di Papa Benedetto XIV sul luogo in cui esisteva il passaggio strategico sul fiume Santerno, come ricovero per i gabellieri preposti alla riscossione del pedaggio.
Si presenta come una piccola fortificazione a due piani con quattro torri angolari, la cui facciata è arricchita da una lapide di marmo a memoria delle vicende costruttive, e da una nicchia a forma di campana che ospitava una targa votiva in terracotta, raffigurante la Vergine Maria fra San Cassiano e San Pier Grisologo, ora conservata presso la Pinacoteca Comunale.
Purtroppo l’edificio non è visitabile all’interno ci si deve limitare ad ammirarlo dall’esterno immaginandolo circondato dal fermento dell’epoca.
Pernottamento a Imola in una delle tante strutture ricettive della città.
Il soggiorno darà la possibilità di immergersi completamente nell’atmosfera del luogo; gustare la cucina e scoprire le tradizioni locali.
Lasciando Imola si inizia a salire per la Vallata del Santerno percorrendo la Via Montanara e si giunge a Casalfiumanese che dista solo 15 km da Imola. Da Casalfiumanese si prende la strada per Fiagnano e dopo circa 10 km ci arriva al Campanile.
Il Campanile di Fiagnano sorge sulle rovine di un’antica Chiesa che a sua volta venne costruita negli immediati pressi del Castello di Fiagnano. Sul crinale che divide la Valsellustra dalla Valle del Sillaro a circa 327 m slm.
Della vecchia Chiesa rimane solo la Torre campanaria dalle cui vette si gode di una vista mozzafiato dell’anfiteatro dei calanchi sottostanti.
A poche centinaia di metri dalla Torre è possibile ancora vedere i resti del vecchio borgo, considerato il luogo natale di Papa Onorio II (1124-1130)
Dal Campanile di Fiagnano si ritorna alla Via Montanara e si prosegue verso sud, dopo circa 15 km si giunge a Borgo Tossignano.
Da Borgo Tossignano si lascia la via principale e si sale verso il paese di Tossignano.
La Rocca si trova nella parte alta del borgo da dove è possibile godere di una splendida vista sulla valle del Santerno.
La costruzione risale al 1256 per opera dei Bolognesi, signori del contado di Imola.
Venne fortificata nel 1494 da Caterina Sforza, ma poi nel 1527 passa sotto il controllo di Ricciardo Alidosi Signore del feudo di Castel del Rio.
Fu poi distrutta tra il 1537 e il 1538 ad opera degli Imolesi per ordine di Papa paolo III.
Durante l’inverno del 1944 fu teatro di durissimi scontri lungo la Linea Gotica
Passando da Borgo Tossignano a Fontanelice che dista solo 4 km sempre sulla via Montanara si giunge alla Torre di Fornione
La Torre di Fornione si trova sulle colline tra Fontanelice e Castel del Rio, il nome , molto probabilmente deriva dalla presenza di antichissime fornaci di origine romana. A testimonianza della presenza romana già in tempi molto antichi sono i ritrovamenti di tombe etrusche e romane.
L’antica Torre faceva parte di un grandioso Palazzo commissionato nel 1570 dalla Famiglia Alidosi che ne fece sua residenza. Negli anni passò poi in mano agli Spada alla famiglia Marchi e in seguito ai Pifferi. Fu con questo ultimo passaggio di proprietà che iniziò la decadenza del castello a causa della lontananza degli interessi economici della famiglia.
Oggi la Torre si erge ancora massiccia e austera sulla valle nonostante l’incuria dell’uomo, alle frane che colpiscono spesso il territorio e alle numerose ferite inferte dal del passaggio della II guerra mondiale.
Ai piedi della Torre partono diversi sentieri che permettono di ammirare la natura circostante con panorami che si estendono fino all’orizzonte. Si possono ammirare le colline verdi dell’Appennino Bolognese, coi boschi e i campi coltivati.
Pernottamento in uno degli agriturismi della zona.
Lasciando Fontanelice, sempre salendo la Vallata dopo circa 8 km si giunge a Castel del Rio e ha inizio l’ultimo giorno
Il Castello di Cantagallo ha le sue origini nel X secolo, fu di proprietà dell’omonima famiglia che l’ha abitato per secoli. Anche se non di rilevante potere politico la famiglia Cantagallo riuscì a mantenere i propri territori, nonostante i continui attacchi da parte degli Alidosi, potente famiglia di Imola e alle pressioni stesse di Imola.
Oggi dell’antico castello rimane sono il rudere, il luogo è facilmente raggiungibile grazie ad una semplice passeggiata ed offre una vista mozzafiato sulla valle.
L’itinerario prosegue ritornando verso valle dove fino all’incrocio con Sassoleone, si percorre la SP 15 fino a quando non si incrocia la SP 21 e la si segue verso valle fino a raggiungere il Comune di Castel san Pietro Terme.
La Chiesa del SS Crocifisso di Castel san Pietro Terme risale al 1741, per ospitare un’antica statua del crocifisso venerata dal 1749.
Il campanile ospita al suo interno un particolarissimo carillon voluto dal canonico don Roberto Salieri, progettato e costruito dal castellano Giulio Gollini e costituito da 55 campane di dimensione diversa (la più grande pesa 11 quintali) e collocate a vari livelli che vengono suonate con uno speciale organo a tastiera creato appositamente dal mastro Gollini.
Il Campanile e il Carillon vennero inaugurati nel 1930 inizialmente con 33 campane poi vennero aggiunte al carillon altre 22 campane. La tastiera, tipica del pianoforte è posta alla base del campanile, ed aziona i martinetti delle campane grazie ad un meccanismo elettropneumatico e permette così l’emissione dei suoni armonici e suggestivi delle campane abbinate ai tasti.
Grazie alle 55 campane il carillon castellano è di fatto il più grande carillon in Italia ma anche, per via della tastiera, uno strumento unico in Europa, ancora oggi utilizzato prima delle SS. Messe celebrate nel santuario per le festività religiose solenni ma anche una tantum per suggestivi concerti.
Lasciata Castel San Pietro Terme il percorso si attraversa la Via Emilia, una delle strade più storiche d’Italia, e si prende la Via San Carlo. Dopo 20 minuti di viaggio si giunge a Medicina
La Torre dell’Orologio di Medicina venne costruita in due momenti diversi, la parte bassa nel XVI, e poggia nell’angolo del Palazzo del Podestà, mentre la parte alta, è del primo Settecento. Intorno alla cella delle Campane una cornice di merlatura alla “guelfa”.
Sotto tale cornice della parte cinquecentesca è posto il quadrante dell’orologio realizzato in formelle di maiolica di Faenza, riportante la numerazione antica da I a XXIV, con i simboli araldici di Medicina, la croce, le chiavi e i gigli. Sul lato Ovest si trova, invece, il nuovo quadrante settecentesco con la numerazione da I a XII.
Nel 1730 venne collocata in una nicchia del lato Nord, una statua in terracotta della Madonna del Rosario attribuita ad Angelo Piò “il giovane”.
Curiosità
Sotto la nicchia è stata deposta nel 1921 una lapide dedicata a Dante.
Dopo essere stato esiliato da Firenze nel 1302, Dante viaggiò attraverso diverse città e territori dell'Italia, e Medicina è stata una delle tappe del suo percorso. Anche se non ci sono documenti storici certi che attestino la sua permanenza prolungata, la tradizione locale lo ricorda come un passante in questa cittadina.