La Valmarecchia è un territorio a ridosso della Riviera Adriatica che, dal punto di vista naturalistico, è degno di essere percorso, anche senza citare la sua storia, i suoi monumenti ed opere d’arte. Parliamo di natura.
Se attraversate la Valmarecchia a piedi, a cavallo o in bicicletta, rimarrete soddisfatti per la bellezza del paesaggio, l’infinitezza degli orizzonti.
Colline e crinali boschivi, rupi per le arrampicate, il fiume e le montagne, i castagni e i lecci: ogni luogo merita uno scatto, gli sfondi sembrano quadri dipinti da catturare.
Sulla provinciale 258 direzione San Sepolcro si raggiunge la frazione di Bascio. Domina su tutto una torre millenaria, ciò che rimane dell’antico e maestoso castello che controllava la sottostante Valle del Marecchia, insieme ai castelli di Gattara, Miratoio e Scavolino.
Alla base della torre millenaria, in un prato che è un’ampia terrazza su un universo di colline, monti e vallate, sette tappeti di ceramica sembrano posati dal vento: il giardino ideato da Tonino Guerra è dedicato a sette personaggi storici che sono nati o hanno attraversato la valle, da Dante Alighieri a Giotto o Uguccione della Faggiola.
Riprendendo la provinciale 258 in direzione costa adriatica, dopo circa mezz’ora si raggiunge Maiolo. La meta è la rupe di Maiolo, piena di fascino per la sua posizione strategica. Due avventurosi sentieri conducono fino alla sommità della rupe.
Partiamo da quello dei calanchi che parte dalla località di Poggio. Il panorama che si ammira sui calanchi è un mix di paesaggio lunare tra queste suggestive formazioni e la bellezza della Valmarecchia. A 4 stelle la visuale sulla Rocca e il borgo di San Leo.
Avventuratevi quindi alle altitudini estreme, scalando la parete, sulla cui sommità sorgono i ruderi di quello che un tempo era il Castello di Maioletto, da cui si gode di una vista commovente. Il bosco e la scala a pioli ancorata alle rocce sono gli ingredienti avventurosi di un percorso ideale in autunno o in primavera, o nelle giornate invernali non troppo fredde.
La Rocca nel Medioevo e Rinascimento era un possente baluardo difensivo ma, a causa di una tragica sorte, oggi restano solo i ruderi di due torrioni, che lasciano immaginare quanto il luogo fosse un tempo inespugnabile. L’intero sito archeologico e i calanchi sottostanti sono oggi riconosciuti dalla Comunità Europea come zona protetta “BioItaly” con più di 600 tipologie di piante censite.
Maiolo è anche un luogo della memoria con il suo Museo diffuso del Pane. Gli abitanti hanno voluto far rivivere i vecchi forni disseminati nelle campagne con la festa di giugno dedicata al pane.
Questo piccolo borgo non ha bisogno di molte presentazioni, fa parte de “I Borghi più Belli d’Italia” ed è Bandiera arancione del Touring Club Italiano.
Prima di salire fino alla Rocca aggiratevi per il paese, esplorate le viuzze e affacciatevi dai suoi punti panoramici: il Monte della Guardia (dove si trova la Torre Campanaria) e il Duomo di San Leone.
Il castello di San Leo è tra i più belli della Romagna e conserva la più misteriosa delle storie del borgo. Nelle sue carceri, in una cella senza finestre ma guardato a vista da carcerieri, visse e infine morì colui che venne chiamato il Conte di Cagliostro.
Questa fortezza, aggrappata a una rupe tanto da sembrare in equilibrio precario svetta sulla valle del Marecchia con un colpo d’occhio incredibile.
Dall’alto della Rocca il panorama è una piccola magia di questo borgo da cartolina.
Da San Leo, per raggiungere il paese di Perticara ci vogliono circa 30 minuti. Una volta giunti nel paese seguite i cartelli per il Monte Aquilone.
In prossimità di un piccolo gruppo di casupole, seguite il percorso del CAI sul muro di cinta. Giunti nel bosco, quando si raggiunge un masso che indica un bivio, abbandonate il sentiero e dirigetevi verso la falesia ormai visibile; è possibile arrivare alla vetta, a 883 mt sul livello del mare.
Il monte Aquilone è conosciuto e frequentato dagli arrampicatori, ma è anche un punto di riferimento per gli appassionati del volo, parapendio e deltaplano.
Lungo il percorso si incontra il Sasso del Diavolo, il nome di uno dei sassi caratteristici del Monte Aquilone. La leggenda costruita attorno a questo curioso macigno narra si tratti dell’ultima pietra destinata alla costruzione del ponte di Tiberio a Rimini, rimasta qui per un capriccio del diavolo.
Prima di arrivare in cima, se volete divertirvi e fare una sosta, nel verde di Perticara (aperto da maggio a novembre) c’è lo Skypark , con i suoi percorsi sospesi sugli alberi, adatti a tutte le età, immersi in una natura di sentieri, di bosco e panorami sul mare.
Arrivati in cima al Monte Aquilone la veduta del panorama vi catturerà negli occhi e nel cuore.