Il liscio è la musica popolare tipica della Romagna. Ma è anche molto di più: è un ballo di coppia che ha fatto scatenare generazioni di romagnoli e che è entrato a far parte dell’identità di questa terra.
Le sue origini si mescolano con la storia della classe borghese ottocentesca, che in Italia apprezzava particolarmente tre tipi di ballo: il valzer, la polka e la mazurca. È proprio da questi balli, contaminati con la tradizione musicale locale, che fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento in Romagna nasce il liscio, un nome che deriva dall’uso dei ballerini di andare via lisci, ovvero scivolare con i piedi.
Dal punto di vista strumentale, il liscio romagnolo è suonato da un’orchestra di solisti che comprende il clarinetto in do e il sassofono accompagnati da basso, chitarra e batteria. Nel corso degli anni, alle formazioni solo strumentali si aggiunge anche il ruolo del cantante che contribuisce a scaldare l’atmosfera nelle balere, le piste da ballo locali.
Tra le figure chiave del liscio troviamo sicuramente Carlo Brighi, considerato il suo padre fondatore, mentre “lo Strauss della Romagna” Secondo Casadei (1906-1971) ne è stato il portavoce ufficiale grazie anche al suo conosciutissimo brano “Romagna mia”.
La fortuna del ballo liscio non si è fermata però ai confini della Romagna. Negli anni ‘50 del Novecento a Bologna si diffonde infatti la Filuzzi, uno stile di liscio emiliano che si differenzia da quello romagnolo soprattutto per l’uso della fisarmonica.
Ancora oggi la famiglia Casadei contribuisce alla diffusione della musica folk tradizionale della Romagna grazie al lavoro dei suoi membri, come la figlia Riccarda e il nipote Raoul Casadei. Entrambi partecipano alla Notte del Liscio, una rassegna di eventi con concerti dal vivo e balli che si tiene a settembre in varie località della Riviera romagnola.