Un itinerario di due giorni che risalendo lungo la val d’Enza ci porta alla scoperta di un’area dell’Appennino dal nome antico: valli dei cavalieri.
Già nei documenti medievali si legge questa definizione geografica legata a nobili famiglie di cavalieri, di origini longobarde, che formavano il sistema feudale legato al casato dei Canossa, protagonista della storia italiana ed europea nel Medioevo.
Siamo fra le province di Parma e Reggio Emilia, nel Parco Nazionale dell’Appennino tosco emiliano, in luoghi sconosciuti al turismo di massa, che celano un’atmosfera e dei paesaggi tutti da scoprire.
Borghi fortificati con case-torre in pietra, natura incontaminata, prati dove pascolano pecore e mucche, boschi di faggio.
Sono molti i piccoli borghi da visitare in tutta la vallata, tutti vantano una storia antica oltre mille anni, dai quali abbandonare l’auto per godersi la natura camminando sui molti sentieri segnalati presenti in zona.
Qui si trovano anche 2 cammini di trekking conosciuti: il Sentiero dei Ducati sul versante reggiano e la Via dei Linari sul versante parmense della valle.
Seguiamo qui i borghi che si trovano sul Sentiero dei Ducati, che si può percorrere a tappe a piedi ma anche in mtb.
Cereggio sorge in posizione panoramica su una cresta rocciosa tra la val Lonza e la val d’Enza, nel comune di Ventasso.
Il piccolo borgo conserva ancora le case in sasso con i portali lavorati, i cortili lastricati e le strette vie con volte che parlano di tempi in cui non esistevano mezzi a motore. Passeggiando a Cereggio si ha davvero l’idea della vita di molti secoli fa e il panorama sulle valli è invidiabile.
Cecciola, tra prati e torrenti, racconta la sua storia attraverso gli edifici storici che sono stati restaurati con cura; la piccola chiesa, le icone religiose e gli stemmi nobiliari che punteggiano il borgo sono testimonianze vive del passato.
Qui si continua a coltivare il castagneto come nel Medioevo, quando le castagne e la farina che da esse si ricava erano fondamentali per la sussistenza delle famiglie locali.
Anche Succiso ha la sua storia da raccontare, dolce e amara: il paese ha infatti subito una frana che lo ha quasi distrutto nel secolo scorso, ma è stato ricostruito ed oggi, malgrado lo spopolamento, è un punto di partenza per escursioni a piedi, in bici ed mtb (scegliendo ad esempio i percorsi tracciati da Appennino reggiano bike) nell’area dell’Alpe di Succiso.
Si vedono ancora le tracce della storia nelle case, ma sono altrettanto apprezzati il paesaggio e la natura.
Qui, avendone la possibilità, ci si può fermare a pernottare, così come a Cecciola, per proseguire il giorno successivo ad esplorare questa parte selvaggia dell’Appennino emiliano.
La val d’Enza ha origine al Passo del Lagastrello, dove oggi una diga per la produzione dell’energia elettrica forma il lago Paduli, già in territorio toscano.
Questo era il punto di confine tra Stati anche in antichità e a fianco della strada si vede il cippo di confine in pietra arenaria.
Anche in questo punto non mancano i sentieri CAI ben segnalati per fare escursioni e passeggiate.
Da qui si può decidere poi di prendere più di una direzione: verso la Lunigiana, verso l’Appennino parmense o, tornando indietro a ritroso, ripetere il percorso già fatto.