Val Tassobbio: tra natura e storia nelle colline reggiane

Alla scoperta della val Tassobbio, in Appennino reggiano, tra natura e storia.

Logo CC

Nel cuore dell’Appennino Tosco Emiliano, la Val Tassobbio è un territorio che si distingue per le caratteristiche geo-morfologiche e per la sua biodiversità: circa 100 chilometri quadrati, affascinanti e poco conosciuti, sull’Appennino Reggiano. Una valle ricca di boschi, prati, cascate e sorgenti, di borghi e castelli medievali, di testimonianze archeologiche.

Guardando dall’alto il corso del Tassobbio si vede che disegna un’anomala S, con un tratto che sembra apparentemente andare “controcorrente”, dalla pianura verso la montagna: una peculiare conseguenza del fenomeno della “cattura fluviale” che ha dato origine alla valle. 

Inserita nella Riserva MaB UNESCO dell’Appennino tosco emiliano, il territorio offre numerosi itinerari tra natura e storia da percorrere in auto, ma anche a piedi grazie alla fitta rete di sentieri CAI, o in bici, con percorsi dedicati alle mtb.

La vallata è raggiungibile da diverse direzioni, poiché il torrente Tassobbio nasce nei pressi di Marola, nel comune di Carpineti, e scorre parallelamente alla catena appenninica fino a sfociare nell’Enza, nel comune di Vetto

Si può esplorare la valle percorrendo la SS 63 da Reggio Emilia fino a Casina, usando il Castello di Sarzano come punto di partenza. Per chi invece arriva in Val d’Enza percorrendo la SS 513, la Valle del Tassobbio si presenta fitta di boschi di pino silvestre, con suggestivi borghi storici.

  • Durata
    48 ore
  • Interessi
    Natura & Outdoor
  • Target
    Tutti
  • Prima tappa - Scalucchia e la cascata del Rio Tassaro Vetto

    Il primo giorno esploriamo la parte occidentale della Valle. Dalla SS 513 si svolta sulla fondovalle a Compiano di Canossa per salire, tra fitti boschi, fino ai borghi medievali di Piagnolo e Scalucchia, che conservano edifici in pietra con finestre e portali lavorati. 

    Nei pressi del paese è possibile visitare, immersa in una natura incontaminata, la cascata del Rio Tassaro, un salto d’acqua di 7 metri incassato in una stretta gola dove non batte mai il sole.

  • Seconda tappa - Crovara, Legoreccio e Pineto Vetto

    Proseguendo si arriva a Crovara, sede di un antichissimo castello ora ridotto a rudere. Un luogo ricco di atmosfera, con la sua chiesa a strapiombo nel vuoto ed un piccolo museo che racconta la vita del luogo. 

    A poca distanza, immerso nel bosco, si trova il sito pre-protostorico di Monte Lulseto, unico nel suo genere in Appennino Reggiano: si tratta di un santuario costituito da rocce incise in vario modo per compiere antichissimi rituali.

    Si prosegue per un paio di chilometri fino a Legoreccio, dove si può ammirare la quattrocentesca casa a torre della famiglia Terzi, allora dogana di confine tra Parma e Reggio e quindi si raggiunge Pineto, dove sono ancora visibili tre case dei conti Da Palude, nella più piccola delle quali sono ancora quasi intatte le prigioni.

    A questo punto è d’obbligo fermarsi a pranzare in uno dei locali del posto, ce ne sono diversi e tutti fanno cucina casalinga e tradizionale; i tortelli la fanno da padroni, così come i dolci con ricette tramandate da generazioni.

  • Terza tappa - Sarzano e Cortogno Sarzano

    Il secondo giorno è protagonista è la parte orientale della Valle, con partenza dal Castello di Sarzano, una fortezza Matildica situata su un colle sopra il paese di Casina, un punto strategico per controllare il territorio fin dal medioevo, e ancora oggi crocevia di sentieri e strade. Il Castello si raggiunge percorrendo circa 2 km dopo aver svoltato per Casina al bivio della SS 63; di proprietà comunale, il castello è restaurato e visitabile; all’interno del piccolo borgo c’è inoltre un ristorante con camere. 

    Dal qui si può partire a piedi, in bici o in auto scendendo fino al borgo di Cortogno, antichissimo e famoso per la produzione di formaggio Parmigiano Reggiano di alta qualità. Da Cortogno continuano le strade ed i sentieri per esplorare la fondovalle, oppure per risalire verso Monchio delle Olle ed altri borghi antichi della vallata.

  • Quarta tappa - Leguigno e Pianzo Casina

    Un altro scorcio interessante della Val Tassobbio si trova tra le colline Matildiche nel comune di Casina. Percorrendo la SS 63 fino al bivio di Migliara si ha la possibilità di ammirare un paesaggio antico, con piccoli borghi, chiese e oratori immersi nei campi di foraggio coltivato dalle aziende agricole che producono il Parmigiano Reggiano. 

    Leguigno, con il suo castello perfettamente conservato e Pianzo, con la medievale Chiesa di Santa Maria molto ben conservata, sono due luoghi che vale la pena visitare. Entrambi anticamente di proprietà della famiglia Fogliani di Reggio Emilia, il Castello di Leguigno è oggi di proprietà privata e non visitabile all’interno, mentre la duecentesca Chiesa di Santa Maria è oggi uno dei luoghi protetti dal FAI perché conserva alcuni particolari di grande valore storico e architettonico.

Ultimo aggiornamento 13/12/2021

Per maggiori informazioni

Redazione Appennino Reggiano

Potrebbe interessarti...

SITO UFFICIALE DI INFORMAZIONE TURISTICA © 2024 Regione Emilia-Romagna | Assessorato Turismo e Commercio