Detox: una parola che sempre più spesso viene associata al benessere fisico, soprattutto per lasciarsi alle spalle lo stress della città e dimenticare, almeno per un attimo, la confusione che regna sovrana in città.
Camminare in mezzo alla natura è uno dei modi migliori per sperimentare in prima persona l’effetto detox di una vacanza, quindi perché non prendere in considerazione tre giornate sul cammino dell’Alta Via dei Parchi in Romagna?
Leggendo questo itinerario è impossibile non aver voglia di fare lo zaino e mettersi in cammino!
Innanzitutto: che cos'è l'Alta Via dei Parchi?
Si tratta di un itinerario da percorrere a piedi lungo l’Appennino emiliano romagnolo, con occasionali “sconfinamenti” in Toscana e Marche, adatto sia per escursionisti esperti che curiosi, ma soprattutto è rivolto a chiunque desideri provare un'emozione insolita.
Salite e discese, infatti, si alternano, intrecciandosi con la natura selvaggia e le tracce storiche di antichi confini.
Un percorso che riassume il meglio che le montagne appenniniche sanno offrire, tra laghi immersi nello splendore delle praterie d’alta quota, sterminate foreste e limpidi torrenti, rupi vulcaniche e falesie di gesso.
La prima tappa dell’Alta Via dei Parchi in Romagna si snoda nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, parte da La Verna e arriva al Rifugio Biancaneve Al Fumaiolo.
Questo primo tratto di itinerario vede come punto di partenza, appunto, La Verna, ovvero il più famoso dei conventi del Casentino, e conduce nel Montefeltro.
Dal Santuario della Verna, si imbocca la vecchia mulattiera e si sale verso i pratoni del Monte Calvano, per poi proseguire fino al Passo delle Pratelle. Da qui si prosegue costeggiando il Monte Castelsavino, fino al Passo delle Gualanciole.
Una volta raggiunto il Poggio Tre Vescovi si comincia a scendere, seguendo la strada fino al Valico di Montecoronaro e poi fino al paesino omonimo, per imboccare la mulattiera che raggiunge il lato ovest del Fumaiolo. L'ultimo tratto si inerpica tra conifere a nord per poi giungere al Valico.
Ed ecco che gli sforzi di questa prima giornata sono ripagati: al di là della strada, al termine di una breve deviazione a sinistra, c’è il Rifugio Biancaneve.
Nella seconda tappa dell’Alta via dei Parchi in Romagna si riparte dal Rifugio Biancaneve Al Fumaiolo e si arriva a Bascio, attraversando il Parco interregionale Sasso Simone e Simoncello. Si tratta di un percorso piuttosto lungo ed è per questo che vale la pena affrontarlo fermandosi per ricaricare le forze nell’incantevole borgo di Gattara.
Sul percorso si incontrano paesaggi di varia natura. Dapprima si scende dalla dorsale del Monte Fumaiolo, da cui si può fare una deviazione per ammirare l’antico eremo di Sant’Alberico. Dopo due brevi tratti sull'asfalto, si ritorna sul crinale percorrendo un sentiero su terra. Man mano che ci si avvicina al Monte Loggio il percorso si fa meno definito, per via dell'incontro tra sentieri diversi che attraversano vaste radure su cui si affacciano querce e aceri.
Il luogo è perfetto per gli spiriti solitari e meditativi, oltre a presentare paesaggi piuttosto variegati. Attenzione però a non perdere i segnavia, soprattutto in prossimità della cima del Monte Faggiola dove il sentiero curva bruscamente in direzione nord.
Con l'ausilio della mappa e dei segnavia si arriva al vecchio sentiero per Casteldelci, da percorrere per un breve tratto, per poi scendere tortuosamente verso il borgo montano di Gattara.
A chi è provato dalla tappa consigliamo di fermarsi qui. Chi ha ancora un po' di energia residua può proseguire invece in discesa verso il fondovalle Marecchia, per poi risalire lungo il versante opposto fino al pittoresco colle di Bascio, che da tempo si vedeva in lontananza per via della sua torre medievale.
La terza e ultima tappa prevede come traguardo l’Eremo Madonna Del Faggio, immergendosi in un ambiente estremamente suggestivo.
Si parte in modo tranquillo, percorrendo la sterrata che conduce a Miratoio. L'elemento dominante del paesaggio sono i due Sassi di Simone e Simoncello, preceduti da una vasta distesa di terreni argillosi, punteggiati da pascoli.
Giunti alla base degli affioramenti rocciosi ha inizio l’antica foresta: dapprima si incontrano querce, soprattutto cerri, poi faggi, nelle aree in cui i detriti calcarei che circondano le rupi sostituiscono il terreno argilloso.
A questo punto vale la pena seguire la deviazione ad anello che ruota attorno allo spettacolare Sasso di Simone, e che raggiunge anche la cima che ospitò prima un’abbazia benedettina e successivamente la rinascimentale “città del sole”. Si tratta di un luogo immaginato dalla famiglia dei Medici, la cui costruzione fu iniziata nella seconda metà del XVI secolo ma mai portata a termine. A testimonianza di questo sogno utopico di Cosimo dei Medici rimangono alcuni ruderi situati tra i prati e i frassini.
Una volta tornati sulla mulattiera principale, occorre seguirla fino al Passo Cantoniera. Qui ci si può riposare in caso di stanchezza o continuare in discesa verso il paese di Carpegna. In alternativa si può salire direttamente fino al monte soprastante.
Al termine del percorso si arriva in cima del monte Carpegna e all’Eremo della Madonna del Faggio, scrigno di storia, natura e spiritualità.