Questo itinerario può essere riassunto con una parola: delizioso!
48 ore a disposizione per scoprire le Delizie estensi, Pomposa e la sua splendida abbazia e, per finire, perdonate la ripetizione ma è proprio il caso di dirlo, la deliziosa Isola dell’Amore.
Le Delizie estensi, ovvero le monumentali residenze risalenti al dominio Estense sul territorio di Ferrara e del Delta del Po, sono l’espressione di come la cultura del Rinascimento si sia riflessa sul paesaggio naturale.
Per scoprirle quindi si parte dal Palazzo Schifanoia di Ferrara. Oggi sede dei Musei Civici d’Arte Antica, Palazzo Schifanoia, come suggerisce il nome, aveva la funzione di luogo di svago e ricreazione, proprio per “schivar la noia”. Immergersi nelle sue sale è come intraprendere uno splendido viaggio nel tempo, lasciando correre la fantasia ai divertimenti quotidiani di duchi e cortigiani, attorniati da putti e paesaggi fantastici.
La seconda tappa è la Delizia di Belriguardo che si trova a Voghiera, a circa venti minuti da Ferrara. La Delizia di Belriguardo fu costruita come residenza estiva per volere di Niccolò d'Este nel 1435 e fu la prima delle celebri residenze estensi ad essere edificata fuori dalle mura di Ferrara, rimanendo sempre la più ricca e sontuosa.
Una volta conclusa la visita a Belriguardo, basta spostarsi di pochissimi chilometri per incontrare, a Gambulaga di Portomaggiore, la Delizia Estense del Verginese. Originariamente casale di campagna, il Verginese fu trasformato in residenza ducale da Alfonso I d’Este e donato a Laura Eustochia Dianti.
Le sale del Verginese sono sede della mostra permanente Il sepolcreto dei Fadieni, che documenta la scoperta di una piccola necropoli romana a pochi passi dalla Delizia.
Ultima tappa di questa prima giornata dedicata alle Delizie Estensi è il Castello Estense della Mesola: una cinta muraria difensiva, unita a quattro imponenti torri merlate e alle grandi finestre, fanno del Castello una struttura a metà tra una fortezza e una dimora di lusso, costruita come residenza in cui soggiornare durante le battute di caccia nell’attiguo bosco della Mesola.
Dal momento che ci si trova già a ridosso della Riserva Naturale del Bosco della Mesola, vale la pena, se c’è tempo, finire il primo giorno di itinerario addentrandosi in uno dei percorsi autorizzati interni alla vegetazione, con la speranza di avvistare i cervi e i daini autoctoni.
Dopo un passato in cui la sua funzione era puramente quella di riserva di caccia, infatti, oggi il Gran Bosco della Mesola è uno degli ultimi e meglio conservati residui di bosco di pianura, memoria delle antiche foreste che, secoli fa, ricoprivano la costa adriatica.
Ma non c’è tempo da perdere: all’alba del secondo giorno bisogna riprendere la strada e raggiungere Pomposa, piccola località dominata dall’omonima splendida Abbazia, capolavoro dell'arte romanica e bizantina, il cui fiero campanile si annuncia già in lontananza.
In epoca medievale, Pomposa possedeva una delle più vaste biblioteche del tempo e fra i personaggi che hanno contribuito a renderla illustre si ricorda il monaco Guido da Pomposa, inventore della moderna trascrizione musicale.
Da qui è un attimo arrivare all’Isola dell’Amore e concedersi finalmente un pomeriggio di meritato riposo a contatto con la sorprendente natura del Delta del Po. L’Isola dell’Amore si trova nel comune di Goro ed è raggiungibile in barca grazie al servizio di trasporto fornito dai pescatori.
La sua spiaggia è uno dei posti più belli e incontaminati d’Italia. È formata da una lingua di sabbia nella quale si formano continuamente dune che si muovono seguendo l’andamento delle maree e del vento.
Oltre ai canneti che si formano nelle zone acquitrinose interne, sulle dune crescono alcune vegetazioni tipiche, come il calichieto e l’agripireto. Alcune specie di uccelli, ad esempio la beccaccia di mare, il fraticello e la rondine di mare, trovano in quest’isola così insolita il perfetto habitat per nidificare.
Non è difficile, inoltre, avvistare le lontre, che si pensava fossero estinte in questa zona, e perfino alcune tartarughe marine.
Un finale di itinerario decisamente emozionante, oltre che rilassante.