Un viaggio dell’anima attraverso le terre di Ferrara e della sua provincia, dove il sacro incontra la storia. Questo itinerario di 48 ore si sviluppa tra luoghi di culto e racconti miracolosi che hanno segnato l’identità spirituale delle comunità locali e del territorio.
Lungo il cammino, chiese, santuari e monasteri custodiscono prodigi straordinari: ostie che sanguinano, una lastra sepolcrale da cui sgorga acqua, il pane che resiste al tempo e l’acqua che si trasforma in vino, proprio nelle terre dei rinomati vini DOC delle sabbie.
Durante l’Anno Giubilare, in quattro di questi luoghi sacri (Cattedrale di Ferrara, la Concattedrale di Comacchio, la Basilica di S. Maria in Vado e la Basilica di S. Francesco) è possibile ricevere l’indulgenza plenaria.
Il primo giorno si cammina nel cuore storico di Ferrara, città d’arte e di fede, visitando i siti giubilari e i principali episodi legati al sacro. Il secondo giorno si percorre in auto un anello tra Argenta, Comacchio, Pomposa e Bondeno, dove natura e misticismo convivono in perfetta armonia.
Un itinerario adatto a tutti, pensato per chi cerca bellezza, raccoglimento e meraviglia.
Il cammino spirituale comincia nel cuore pulsante della città: la Cattedrale di San Giorgio, consacrata nel 1135 e ancora oggi fulcro della vita religiosa ferrarese. La sua preziosa elegante facciata, in marmo bianco e rosa, fonde armoniosamente romanico e gotico: in basso, il portale scolpito dal maestro Nicholaus, in alto le raffinate arcate gotiche.
All’interno, la maestosità settecentesca accoglie il visitatore con un'atmosfera solenne, culminando nell’affresco dell’abside realizzato dal pittore ferrarese Sebastiano Filippi detto il Bastianino , che racconta in immagini la profonda devozione cittadina.
Consiglio
Se avete tempo visitate il piccolo, ma ricco Museo della Cattedrale che si trova nella vicina chiesa di San Romano: tra le varie opere d’arte si ammirano le formelle in marmo che rappresentano i Mesi e che abbellivano la porta laterale della primitiva Cattedrale da cui entravano i pellegrini. Le formelle sono il simbolo dell’anno giubilare a Ferrara.
Curiosità
Durante i lavori di restauro dei pilastri settecenteschi, sono riemerse lentamente antiche colonne medievali, rimaste celate per oltre tre secoli.
Incredibilmente, molti capitelli sono stati ritrovati integri, decorati con figure antropomorfe, animali e fregi scolpiti con maestria.
Colori, ori e dettagli ricchissimi hanno restituito ai visitatori uno scorcio di un mondo perduto, visibile oggi in un saggio espositivo nella navata destra, testimone della vivace fantasia del Medioevo.
Percorrendo le vie medievali in circa 15 minuti si raggiunge il Monastero di Sant’Antonio in Polesine
Ritirato e appartato, a ridosso delle antiche mura, questo luogo conserva il culto della Beata Beatrice II d’Este, dalla cui lastra tombale sgorga, si dice, un’acqua prodigiosa. Si racconta che misteriosi suoni provengano dal sarcofago alla vigilia di eventi importanti per la città.
Accedere alla chiesa interna, ancora oggi riservata alle monache benedettine, è un privilegio raro: tra silenzi e penombre, si svelano affreschi di scuola giottesca realizzati tra la fine del Duecento e il Trecento, che raccontano la fede con la forza poetica delle immagini.
Consiglio
A chi è sempre interessato a fare esperienze 'immersive' e fuori da comune segnaliamo la possibilità di ascoltare il canto gregoriano delle monache, accompagnate dall’organo per le Ore Liturgiche maggiori, Lodi e Vespri, e la S. Messa.
Curiosità
Beatrice II d’Este nacque nel 1226 sui colli Euganei da Azzo VII d’Este e Giovanna di Puglia. Orfana di madre in giovane età, decise di dedicare la sua vita alla fede, riuscendo a convincere il padre – che immaginava per lei un destino nobiliare – a sostenerla nel suo desiderio di diventare monaca. Trasferitasi con altre consorelle nel Monastero di Sant’Antonio in Polesine, si dedicò alla preghiera e all’assistenza dei bisognosi fino alla morte, avvenuta nel 1262.
Percorrendo le strade dell’Addizione Borsiana, voluta da Borso d’Este, si raggiunge, in 10 minuti a piedi, uno dei luoghi più sacri della città: la Chiesa di Santa Maria in Vado.
Miracolo del Sangue
Qui, nel 1171, durante la messa di Pasqua, si compì il Miracolo del Sangue: al momento della consacrazione, dall’ostia spezzata dal Priore sgorgò un fiotto di sangue che raggiunse la volta della cappella. Quel punto preciso, ancora oggi visibile, è diventato meta di pellegrinaggio per fedeli e curiosi.
Consiglio
A pochi passi, il Palazzo Schifanoia completa l’esperienza, con il suo ciclo di affreschi profani che raccontano un’altra anima della città.
Dopo una sosta golosa, magari assaporando un croccante crostino o la tipica Coppia ferrarese IGP, il percorso prosegue nel pomeriggio verso un luogo intimo e raccolto: il Monastero del Corpus Domini .
Qui, accanto alle tombe di importanti membri della famiglia Estense, si custodisce la memoria di Santa Caterina Vegri e del suo miracolo.
Miracolo del Pane
La santa, dopo aver infornato il pane, si trattenne in chiesa per ascoltare una predica durata oltre quattro ore. Al suo ritorno, con stupore di tutte le consorelle, trovò il pane fragrante e intatto. Oggi, per onorare quell’evento prodigioso, le Clarisse riattivano ogni anno all’inizio di marzo l’antico forno del monastero, offrendo al pubblico una visita speciale e profumata di storia e fede.
Curiosità
Nel Seicento, le monache di questo monastero crearono un dolce destinato ai nobili e ai prelati dell’epoca, ispirandosi alle ricette del cuoco rinascimentale Cristoforo da Messisbugo. Fu così che nacque così il Pampapato, ancora oggi questo dolce è un simbolo delle feste ferraresi, carico di storia, profumo e tradizione.
A pochi passi dal Monastero del Corpus Domini, lungo la Via Terranova, si incontra l’imponente Chiesa di San Francesco, una delle sedi giubilari più ricche di storia.
Fondata direttamente dai seguaci di San Francesco d’Assisi mentre il santo era ancora in vita, divenne presto un centro spirituale di riferimento, sostenuto da molte famiglie influenti e ricche, tra cui la potente famiglia d’Este. L’interno, ampio e maestoso, è a croce latina, con tre navate ritmate da otto cappelle per lato.
Cosa vedere
Tra le sue meraviglie artistiche spicca La cattura di Cristo (1524), affresco vibrante di pathos firmato da Benvenuto Tisi da Garofalo , uno dei protagonisti della scuola ferrarese.
Al termine della giornata si consiglia di fermarsi a Ferrara per la cena e il pernottamento, approfittando dei numerosi locali per assaggiare qualche prelibatezza, come i Cappellacci di zucca, già nei ricettari rinascimentali.
Lasciata Ferrara, la seconda giornata di questo viaggio spirituale ci conduce verso sud, ad Argenta, dove sorge il suggestivo Santuario della Beata Vergine della Celletta.
Progettato in forma ellittica dal grande architetto ferrarese Giovan Battista Aleotti, il santuario è custode di più miracoli:
Un luogo che unisce devozione, arte e memoria collettiva.
Il percorso continua tra terra e acqua, attraversando l’Argine Agosta che introduce alla magica atmosfera delle Valli di Comacchio cuore naturale del Parco del Delta del Po.
Qui, in un paesaggio sospeso nel tempo, Comacchio, offre una tappa dal forte valore simbolico per l’Anno Giubilare.
Un lungo cammino coperto – il Loggiato dei Cappuccini – conduce al Santuario di Santa Maria in Aula Regia, sorto già nel X secolo e da sempre luogo di culto e protezione. Nell’abside si conserva una preziosa ancona lignea che custodisce la statua della Madonna nera con Bambino in terracotta, protettrice della città e simbolo di maternità e speranza per l’intera comunità comacchiese.
Consigli di visita
Curiosità
Nel centro storico si erge la Basilica Concattedrale di San Cassiano, dalle origini incerte. L'attuale, consacrata nel 1740, appare davvero di una grandezza spropositata se raffrontata al contesto urbano, che domina con la sua mole imponente.
Da gustare
Gli aromi salmastri lagunari richiamano da secoli i palati più curiosi compresi quelli dei moderni viandanti.
Anguille, cefali, vongole, cozze carnose e crostacei vengono cucinati secondo antiche tradizioni e creatività moderne, dando vita a piatti saporiti e sorprendenti.
A completare l’esperienza, i Vini del Bosco Eliceo DOP, tra cui Fortana, Merlot, Bianco del Bosco e Sauvignon: bianchi o rossi, sono vini freschi, leggeri e aromatici, perfetti per esaltare il gusto del mare e della terra ferrarese.
Sulla storica Strada Romea, antica via dei pellegrini, sorge l’Abbazia di Pomposa , uno dei gioielli medievali più significativi d’Italia.
Posta lungo la Romea Germanica, testimone di viaggi spirituali verso Roma, questa abbazia non fu solo centro religioso, ma anche uno dei centri più importanti e vivi della cultura e dell’economia medioevale.
Miracolo dell’acqua in vino
Nel Refettorio si ammira l’affresco del Miracolo di San Guido, il beato abate che, secondo la tradizione, trasformò l’acqua in vino alla presenza dell’arcivescovo di Ravenna. Uomo di profonda cultura, San Guido guidò il monastero nel suo massimo splendore.
Cosa visitare con un solo biglietto
Curiosità
Si racconta che Guido d’Arezzo, monaco e teorico musicale, abbia creato proprio qui il sistema delle note musicali (Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si) che utilizziamo ancora oggi: un’eredità universale nata nel silenzio del Delta del Po.
Immerso nella quiete della campagna ferrarese, a ridosso del fiume Po, il Santuario della Madonna della Pioppa a Ospitale di Bondeno rappresenta la tappa conclusiva del percorso, un luogo dove spiritualità e semplicità si fondono in perfetta armonia.
Curiosità
Nato come piccolo capitello nel 1680, il santuario ricorda l’apparizione della Madonna a una giovane sordomuta, che riacquistò la parola dopo aver pregato davanti a un’immagine lignea della Madonna di Loreto appesa a un pioppo. L’evento miracoloso attirò pellegrini da tutta la regione, portando alla costruzione della chiesa attuale nella seconda metà dell’Ottocento.
Oggi, il santuario è uno dei luoghi giubilari della provincia di Ferrara, custode di una spiritualità discreta ma profondissima. Visitare questo luogo significa riconnettersi con una dimensione intima della fede, nel silenzio naturale del paesaggio padano.