Un saporito viaggio gastronomico nella provincia reggiana

Dalle eccellenze enogastronomiche ai piatti della tradizione

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Reggio Emilia e il suo territorio non sono rinomati solo per i loro monumenti storici e le piazze pittoresche, ma anche e soprattutto per la straordinaria cucina locale. La tavola reggiana, di tradizione contadina, è composta in larga parte da prodotti provenienti dall’agricoltura e dall’allevamento.

Ai tre più noti e protetti dal marchio Dop, che sono l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, il Parmigiano Reggiano, e il Lambrusco, si aggiungono una lunga lista di alimenti che ci parlano di sapori autentici, prodotti di alta qualità e piatti deliziosi.

Nell'area della Bassa reggiana, ad esempio, meritano una menzione particolare il riso (Arborio e Carnaroli) prodotto tra Rolo, Novellara e i territori in prossimità del Po; l’Anguria Reggiana originaria di Novellara dall’elevato tenore zuccherino e la Cipolla Borettana, prodotto De.Co di Boretto. 

Nella zona dell’Appennino, invece, si distinguono le castagne dei secolari boschi attorno al comune di Carpineti, i funghi porcini e i pregiati tartufi bianchi del distretto di Viano.

Compiere pertanto un food trip nella provincia di Reggio Emilia è quindi un'esperienza indimenticabile nel cuore dell’Emilia-Romagna, attraverso sapori autentici e antiche tradizioni.

  • Durata
    48 ore
  • Interessi
    Food Valley
  • Target
    Famiglia,Coppia
  • Prima tappa - Museo storico parmigiano reggiano Montecchio Emilia

    Le origini del Parmigiano Reggiano risalgono al Medioevo e vengono generalmente collocate attorno al XII secolo. 

    Presso i monasteri benedettini e cistercensi di Parma e di Reggio Emilia comparvero i primi caselli: grazie all’abbondanza di corsi d’acqua e di ampi pascoli, ben presto in questa zona circoscritta dell’Emilia si diffuse la produzione di un formaggio a pasta dura, ottenuto attraverso la lavorazione del latte in ampie caldaie. 

    L’itinerario comincia non a caso con la visita ad un caseificio e con la degustazione del Parmigiano Reggiano nelle diverse fasi di stagionatura. 

    La visita inizia al mattino presto e va prenotata scrivendo al consorzio o contattando il caseificio desiderato.

    Dopo aver assistito alle fasi di lavorazione è consigliata la visita al Museo Storico del Parmigiano Reggiano e della civiltà contadina della Val d’Enza: si tratta di una casa colonica che custodisce gli oggetti, gli arredi e il mobilio della tradizione contadina, corredata da un antico casello. 

    Concluso il tour ci si può spostare nel centro del paese per visitare il magnifico Castello Medievale, uno dei possedimenti della grancontessa Matilde di Canossa.

  • Seconda tappa - Museo dell'Aceto Balsamico Tradizionale Cavriago

    L’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia si ottiene attraverso un lungo processo di invecchiamento (minimo 12 anni) del mosto cotto di uve locali, all'interno di una batteria di botticelle di legni differenti a grandezza scalare. 

    Il risultato di tanta paziente sapienza è un liquido sciropposo, bruno scuro, dal profumo penetrante e dall’inimitabile gusto agrodolce. Di origini antichissime, se ne fa menzione ai tempi di Matilde di Canossa.  

    Per visitare un’acetaia basta consultare il portale web del Consorzio dell’Aceto Balsamico e optare per quella desiderata. 

    In alternativa è possibile rivolgersi alle acetaie comunali di Albinea e di Novellara: l’acetaia è aperta al pubblico la prima domenica di ogni mese (ad esclusione di agosto) in concomitanza con l’apertura del Museo Gonzaga e del mercatino dell’antiquariato.  

    Altra possibilità è quella di visitare l’Acetaia Picci e il piccolo Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia all'interno del comune di Cavriago.

  • Terza tappa - Scandiano Scandiano

    Il Lambrusco è il vino emiliano per eccellenza, un’espressione unica dell’enologia italiana. Rappresenta la famiglia di vitigni più diffusi nella campagna che da Parma si estende verso est fino a comprendere i territori reggiani, modenesi e confinanti del mantovano. 

    Da queste uve fragranti si ottiene un vino frizzante estremamente piacevole, il più esportato nel mondo. Gli affezionati si dividono tra estimatori della tipologia dolce o secca, del profumo di viola o dei sentori di frutti di bosco. 

    La cucina emiliana non sarebbe tale se non fosse accompagnata dal suo vino frizzante per eccellenza. Oltre al lambrusco sono molto noti e apprezzati i vini bianchi dei Colli di Scandiano e Canossa, come la Spergola, che solo recentemente ha ottenuto riconoscimento e prestigio internazionale. 

    Proprio nel comune di Scandiano, dove ha sede la compagnia della Spergola, ogni anno viene organizzata una camminata chiamata Spergolonga, per scoprire a piedi le cantine del territorio e degustare i prodotti tipici. 

    Accanto alla Rocca dei Boiardo, l’edificio più importante del comune, è possibile degustare degli ottimi vini nella sede decentrata dell’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna.  

    Al confine tra Montecchio Emilia e Sant’Ilario è possibile visitare anche il museo del vino dell'Azienda Vinicola Medici. Grazie all’amore e passione per il lavoro e le origini contadine, il museo oggi espone attrezzi e strumenti dall’inizio dell’attività dell’ azienda nell’800, cui sono stati aggiunti pezzi provenienti dalla pianura reggiana ed attrezzi e utensili usati fino al dopoguerra. La raccolta della Famiglia Medici rientra nella categoria dei “Musei del gusto dell’Emilia Romagna”.

  • Quarta tappa - Reggio Emilia Reggio nell'Emilia

    L'itinerario si conclude a Reggio Emilia. 

    Qui la cucina reggiana ha riversato la sua creatività soprattutto nei primi piatti. La città è terra di frontiera per il re delle minestre, il cappelletto in brodo e per i tortelli di zucca, verdi o anche rivisitati, che si possono gustare sia nel centro che nelle trattorie della prima periferia.  A questi si aggiungono ottimi secondi di carne e il tradizionale gnocco fritto,  sempre accompagnato da un tagliere di salumi. 

    Nella piazza più animata e vivace del centro storico, piazza Fontanesi, è possibile trovare diverse salumerie e ristoranti, ma anche negozi di pasta fresca, dove acquistare i tradizionali cappelletti fatti a mano dalle sfogline.

    Tra le specialità locali da non perdere è l’erbazzone: un impasto cotto al forno di spinaci o bietole, cipollotti, lardo e parmigiano reggiano, inserito tra due strati di una pasta sottile e morbida. I reggiani lo mangiano a colazione, pranzo o cena, abbinandolo ad un caffè o ad un gustoso aperitivo.

Ultimo aggiornamento 20/12/2023

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Redazione Reggio Emilia e pianura

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