Mutina e Bononia: alla scoperta dell’eredità romana di Modena e Bologna

Un viaggio tra Modena e Bologna seguendo la Via Aemilia

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Passeggiare tra le strade di Bologna e Modena significa rivivere oltre duemila anni di storia, con tracce ancora visibili dell’epoca romana. 

Questo perché tra il II secolo a.C. e l’epoca imperiale, le città di Mutina (Modena) e Bononia (Bologna) divennero due delle colonie romane più importanti dell’Italia settentrionale. Unite dalla celebre Via Aemilia, queste città hanno conservato nei secoli un patrimonio archeologico straordinario, visibile ancora oggi sotto forma di mosaici, necropoli, strade antiche, musei e rievocazioni.

Questo itinerario di 72 ore consente di esplorare le testimonianze più suggestive dell’epoca romana in Emilia-Romagna, da un capo all’altro dell’antica Via Aemilia: partendo da Modena con i suoi parchi archeologici, musei e necropoli fino a Bologna, dove il decumano massimo, i sotterranei di Salaborsa e il Museo Civico raccontano la potenza di Roma.

L’itinerario è adatto a tutti e facilmente percorribile in auto o treno, con soste culturali e panorami urbani tra le città più vivaci della regione.

Se sei un appassionato di storia, archeologia o vuoi semplicemente vedere il volto più antico dell’Emilia, questo viaggio tra Mutina e Bononia è il punto di partenza perfetto.

L’itinerario è pensato per una durata di 72 ore, ma si consiglia di considerare una possibile estensione di un giorno, in base ai propri ritmi e interessi.

  • Durata
    72 ore
  • Interessi
    Arte & Cultura
  • Target
    Amici/Solo,Coppia
  • Prima tappa - Parco Archeologico Novi Ark Modena

    Il viaggio nel passato comincia a Modena, presso il Parco Archeologico Novi Ark, un vero museo all’aperto dove la storia prende forma tra basolati, anfore e antichi resti. In questa zona suburbana dell'antica Mutina, città strategica della Via Aemilia e importante centro commerciale del nord Italia romano, le testimonianze archeologiche sono state valorizzate e rese accessibili a tutti.

    Qui potrai:

    • Camminare su un’antica strada romana, visibile nella sua pavimentazione originaria
    • Scoprire i solchi lasciati dai carri che per secoli hanno attraversato questo tratto
    • Ammirare tombe, monumenti funerari e impianti produttivi legati alla vita quotidiana dell’epoca
    • Osservare resti di anfore e altri manufatti, rinvenuti in tre grandi discariche romane

    Curiosità
    Il Parco nasce a seguito di alcuni lavori di riqualificazione tra il 2009 e il 2011, durante i quali, a cinque metri di profondità, emerse un’intera porzione della Mutina romana, attraversata dalla strada che proveniva da Mantova e si dirigeva verso il centro urbano.

    Da sapere
    Il parco è ideale anche per le famiglie: i pannelli informativi bilingue (italiano e inglese) sono progettati con un doppio livello di lettura, per adulti e bambini.

  • Seconda tappa - Palazzo dei Musei Modena

    Spostandoti verso Viale Vittorio Veneto, il percorso prosegue nel Palazzo dei Musei, scrigno che custodisce l’eredità romana di Modena. 

    Qui si trovano alcune delle collezioni più importanti per comprendere la vita quotidiana, l’urbanistica e la spiritualità della colonia di Mutina.

    Tra le tappe imperdibili:

    • Sala immersiva “Avia Pervia” – Museo Civico Archeologico Etnologico
      Un’esperienza multisensoriale e accessibile che accompagna il visitatore in un viaggio emozionale nella storia di Modena e delle civiltà che l’hanno abitata.
    • Lapidario Romano, – Museo Civico di Modena
      Espone iscrizioni, monumenti funerari e rilievi emersi negli ultimi quarant’anni, provenienti dalle necropoli monumentali di età imperiale che si sviluppavano lungo le antiche vie d’accesso alla città.
    •  Museo Lapidario Estense
      Una raccolta di reperti che racconta la storia della città dalla fondazione romana fino all’Ottocento.
    •  Museo Civico di Modena
      Tra i reperti più suggestivi spicca la sepoltura degli Amanti di Modena, due individui sepolti mano nella mano nella tarda antichità. L’analisi ha rivelato che si trattava di due uomini: fratelli, amici, commilitoni? Il mistero resta aperto, ma nel frattempo l’immagine ha fatto il giro del mondo.
      Tra i reperti più significativi:

    - Iscrizioni funerarie con nomi e professioni: come Lucius Rubrius Stabilio, barbiere (tonsor), o Caius Purpurarius Nicephor, tintore di tessuti

    - L’ara di Vetilia Egloge, una delle figure femminili più importanti di Mutina

    Curiosità

    • Alcuni reperti furono scoperti già tra il XIV e il XVII secolo durante gli scavi per la costruzione delle mura cittadine: furono riutilizzati dalle famiglie aristocratiche come status symbol.
    • Secondo studi geo-archeologici, eventi come il terremoto del 2012 e l’alluvione del 2014 hanno avuto analoghi storici nell’antichità, contribuendo alla sepoltura e alla conservazione eccezionale di questa città.
    • Il sito è stato definito una “seconda Pompei” per la ricchezza e varietà dei manufatti ritrovati.

    Consiglio

    • Considerata l’ampiezza e la qualità del patrimonio conservato, dedica almeno mezza giornata alla visita di questo polo museale. Ne vale davvero la pena.
    • Esiste un biglietto unico per visitare Avia Pervia, Museo Civico e Gipsoteca Graziosi.
      Gratuito la prima domenica del mese.

    Una cosa è certa. Ad oltre 2200 anni dalla sua fondazione, Mutina splendidissima continua dunque ad essere oggetto di ricerca, di scoperta e di tutela, segno del suo riconosciuto valore storico. 

  • Terza tappa - La Via Emilia Modena

    Uscendo dal Palazzo dei Musei, vi trovate davanti a uno dei segni più evidenti della romanizzazione della Pianura Padana: la Via Aemilia

    Costruita nel 187 a.C. per volere del console Marco Emilio Lepido, questa grande arteria aveva inizialmente una funzione militare, ma divenne presto l’asse portante della viabilità nell’Italia settentrionale, tanto da dare il nome alla regione che attraversava.

    Oggi, la Via Emilia coincide in buona parte con la moderna SS9, attraversando città, centri storici e campagne. Il suo tracciato, ancora leggibile nell’assetto urbano di Modena, testimonia l’origine romana della città e il ruolo centrale che essa ebbe nella rete commerciale e logistica dell’Impero. Quest’area si affermò come polo strategico per la produzione di ceramica, laterizi e lana. Ancora oggi, la Via Emilia collega Rimini a Milano, con prolungamenti fino a Pavia e Aosta

    L’antico impianto urbano di Modena non è oggi perfettamente distinguibile. 

    Se il decumano massimo è chiaramente identificabile con la Via Emilia, il cardo massimo, che si suppone corrispondesse a Rua Pioppa, non ha più il ruolo di asse principale. Anche l’originario schema ortogonale della città, orientato verso Piazza Garibaldi, è difficilmente riconoscibile. Il foro romano si trovava probabilmente tra Rua Pioppa e Viale Martiri della Libertà, mentre l’attuale centro cittadino si è progressivamente spostato verso ovest.

    Curiosità
    La Via Aemilia non collegava solo due città, ma due mondi: il mare Adriatico e le valli del Po, fondendo culture e commerci in una lunga arteria che ha plasmato il volto dell’Emilia-Romagna.

  • Quarta tappa - Il Duomo di Modena e la Pietra Ringadora Modena

    Proseguendo lungo la Via Emilia verso est, si giunge in Corso Duomo, cuore spirituale e simbolico di Modena. È proprio qui che l’eredità romana si intreccia con la magnificenza medievale, rivelando quanto il passato continui a vivere nel presente.

    La Cattedrale di Modena, capolavoro romanico e sito UNESCO, conserva tracce tangibili dell’antica Mutina:

    • I leoni stilofori posti all’ingresso provengono da una necropoli romana e risalirebbero proprio a quell’epoca.
    • Diversi marmi impiegati nella costruzione provengono da edifici romani preesistenti, in particolare dall’antico anfiteatro, oggi scomparso.

    Questi elementi testimoniano il reimpiego creativo di materiali antichi da parte dei maestri comacini, ma anche il forte legame tra la città medievale e le sue origini romane.

    Poco distante, in Piazza Grande, si trova la famosa Preda Ringadora, un grande blocco di marmo che racconta storie di giustizia, pena e mistero. Anche se le testimonianze riferiscono di un utilizzo in epoca medievale come tribuna pubblica sembra avere origini romane

    Curiosità

    La pietra non aveva solo una funzione punitiva: quando venivano recuperati corpi di morti annegati, essi venivano adagiati sul grande masso, in attesa di essere identificati. In caso di sospetto che non si trattasse di un incidente, ma di un omicidio, la pietra serviva anche come punto di partenza per l'indagine e la ricerca dei colpevoli.

  • Quinta tappa - L’Anfiteatro di via Canalino Modena

    Al tempo dei Romani, Mutina era una delle città più importanti e fiorenti della Pianura Padana. In quanto tale, si presume che disponesse anche di un proprio anfiteatro, luogo centrale nella vita sociale dell’epoca, dedicato a spettacoli pubblici e combattimenti gladiatori.

    Secondo gli studiosi, l’anfiteatro sorgeva nei pressi dell’attuale Mercato Albinelli, ma i secoli e le inondazioni dei fiumi Secchia e Panaro lo hanno sepolto sotto diversi metri di sedimenti.

    Passeggiando nel centro storico, alcuni indizi aiutano a ricostruire idealmente la forma dell’anfiteatro:

    • Via Canalino e via Mondatora costituivano i lati curvi della struttura
    • Via San Geminiano ne delimitava il confine meridionale
    • Queste strade furono successivamente trasformate in canali medievali, oggi tornati percorribili

    Osservando attentamente la mappa urbana, è ancora possibile intuire l’ellisse dell’antico edificio, impresso nel tracciato viario come una cicatrice della storia.

    Consiglio 

    Se ti trovi a Modena a inizio settembre, non perdere Mutina Boica, una straordinaria rievocazione storica che si svolge al Parco Ferrari. L’evento ricrea accampamenti di Celti, Romani e Greci, con:

    • spettacoli di teatro e battaglie
    • laboratori storici per grandi e bambini
    • cibo, musica, conferenze e riti antichi

    Un’occasione unica per vivere la storia in prima persona, tra didattica e spettacolo, in un’atmosfera coinvolgente.

  • Sesta tappa - Scavi Archeologici di Salaborsa Bologna

    Per la seconda parte dell’itinerario, ci si sposta a Bologna, sulle tracce di Bononia, antica colonia romana fondata nel II secolo a.C.. Il punto di partenza ideale è la moderna e frequentatissima Biblioteca Salaborsa, in Piazza del Nettuno.

    Al di sotto della biblioteca si cela un autentico viaggio nel tempo: un’area archeologica visitabile, accessibile attraverso il piano interrato, che espone resti dalla preistoria fino all’epoca romana. Proprio in quest’area sorgeva l’antico foro, cuore pulsante della vita politica e sociale della Bononia imperiale.

    L’accesso agli scavi è gratuito, negli orari di apertura della biblioteca e già camminando sopra il pavimento trasparente della biblioteca potrai:

    • ammirare pavimentazioni e fondazioni romane
    • scoprire resti di edifici pubblici e civili
    • osservare pozzi, cisterne, strutture idriche e fognarie

     Curiosità

    • L’area corrisponde al foro romano originario: luogo di scambi, processi, dibattiti e rituali civili
    • La biblioteca Salaborsa è uno dei luoghi simbolo della fusione tra antico e contemporaneo, tra cultura scritta e stratificazione materiale

  • Settima tappa - Sottopasso di Re Enzo Bologna

    Attraversando il centro storico di Bologna, potrete ancora ammirare le antiche strade romane. Il Decumano Massimo, principale via della colonia di Bononia, corrisponde all'attuale via Ugo Bassi e via Rizzoli. 

    Nel Sottopasso di Re Enzo, ci si imbatte in porzioni originali di questa strada perfettamente levigati per facilitare il transito dei carri.

    Oltre al basolato, sono stati rinvenuti anche frammenti di fistulae aquariae, le tubature in piombo utilizzate per l'approvvigionamento idrico cittadino. Questo tratto archeologico permette di comprendere l'efficienza delle infrastrutture romane e la loro influenza sull'urbanistica attuale. 

    Curiosità

    Oggi il sottopasso è uno spazio multifunzionale che unisce archeologia e vita cittadina. Accanto ai suggestivi frammenti di fistulae aquariae, è possibile sorseggiare un caffè, concedersi un aperitivo o decidere quale film vedere nel rinnovato Cinema Modernissimo.

    Un luogo dove il passato dialoga con il presente, tra installazioni, incontri culturali e mostre che trasformano l’ex spazio sotterraneo in una vera agorà contemporanea.

  • Ottava tappa - Museo Civico Archeologico Bologna

    Proseguite verso il Museo Civico Archeologico, dove già nel cortile sono conservate diverse testimonianze dell’antica Bononia. 

    Nell’atrio, infatti, si nota una statua dell’imperatore Nerone, proveniente dal teatro e al piano superiore sono esposti tre mosaici pavimentali provenienti da abitazioni di Bononia e dei suoi immediati dintorni, tutti di epoca imperiale. 

    Da non perdere 

    • il Lapidario romano, una delle collezioni epigrafiche più importanti d’Italia

  • Nona tappa - Museo della storia di Bologna Bologna

    L’invito è ora quello di visitare il Museo della Storia di Bologna, all’interno del suggestivo Palazzo Pepoli. 

    Qui è conservato un frammento autentico del decumano massimo della Via Aemilia, oggi Via Rizzoli. 

    Scoperto nel 1959, questo straordinario reperto archeologico mostra ancora i solchi lasciati dai carri sull'antica pavimentazione, testimoni silenziosi del passato romano di Bologna, tracce tangibili del traffico quotidiano nella Bononia imperiale.

    Da sapere

    All’interno del suggestivo Palazzo Pepoli, l’esperienza è adatta a visitatori di tutte le età grazie a installazioni interattive e multimediali.

  • Decima tappa - Scavi Archeologici di Claterna Ozzano dell’Emilia

    Uscendo da Bologna lungo la Via Aemilia e raggiungendo Ozzano dell’Emilia, si incontra uno dei siti archeologici più sorprendenti dell’intera regione: l’antica Claterna.

    Fondata nel II secolo a.C., era una città paragonabile per estensione e importanza a Bononia e Forum Cornelii (Imola). Ma ciò che rende Claterna davvero unica è che, nei secoli successivi, non venne più abitata: non ci sono sovrapposizioni medievali, il che consente uno studio "puro" dell’urbanistica romana, raro in Italia.

    Grazie a campagne di scavo e valorizzazione ancora in corso, Claterna è una città romana "dormiente" che riemerge gradualmente, restituendo uno spaccato vivido della vita nell’Emilia romana.

    Consiglio

    Per completare l’esperienza, consigliamo una tappa al Museo della Città Romana di Claterna, ospitato nel Palazzo della Cultura di Ozzano dell’Emilia, che espone reperti provenienti dagli scavi, tra cui ceramiche, monete e suppellettili, offrendo un'idea della vita quotidiana in una città romana. 

  • Undicesima tappa - Domus del Rasoio, Museo di San Domenico Imola

    L’itinerario procede verso Imola.  Qui all’interno del Museo di San Domenico è custodita la cosiddetta Domus del Rasoio,  emersa durante i lavori di ristrutturazione del complesso museale.

    Si tratta di una residenza romana elegantemente decorata, che rivela il tenore di vita delle élite locali nel periodo imperiale. La casa, risalente tra il I e il III secolo d.C., conserva pavimenti a mosaico, strutture murarie, resti di affreschi e ambienti domestici che ci restituiscono uno spaccato autentico della quotidianità dell’epoca.

    Curiosità

    • La domus prende il nome da un rasoio in bronzo ritrovato durante lo scavo, oggetto personale che ne ha ispirato l’intitolazione

  • Dodicesima tappa - Cippo di Sacerno Calderara di Reno

    Ultima tappa di questo itinerario nel bolognese è a pochi chilometri da Bologna, nella frazione di Sacerno. Qui si erge un monumento che rievoca uno degli eventi più significativi della storia romana: la nascita del Secondo Triumvirato. Il Cippo di Sacerno eretto nel XVI secolo dai Servi di Maria, segna il luogo in cui, secondo alcuni storici, nel 43 a.C. Ottaviano Augusto, Marco Emilio Lepido e Marco Antonio si spartirono le province dell’Impero Romano 

    L’ultima tappa di questo itinerario ci porta nella campagna di Sacerno, frazione di Calderara di Reno, a pochi chilometri da Bologna. Qui, in un’area tranquilla e immersa nel verde, si trova un monumento poco conosciuto ma carico di valore simbolico e storico: il Cippo di Sacerno.

    Secondo la tradizione, fu proprio in questo luogo che, nel 43 a.C., i tre uomini più potenti della Roma repubblicana – Ottaviano, Marco Antonio e Lepido – si incontrarono dopo la morte di Giulio Cesare per stipulare il Secondo Triumvirato, spartendosi le province dell’Impero e gettando le basi della trasformazione di Roma in un sistema monarchico.

    Il cippo, pur eretto secoli dopo, è diventato luogo simbolico della memoria romana nel territorio bolognese: immerso in un suggestivo contesto naturale, è una tappa imperdibile per chi vuole connettersi con gli eventi che segnarono il destino di Roma.

Ultimo aggiornamento 03/05/2025

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Redazione DT Bologna Modena

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