I ponti rappresentano da sempre luoghi dal fascino senza tempo. La loro importanza nel passato, per aprire nuove vie di comunicazione e commercio, ha dato origine a miti e leggende che resistono ancora oggi.
Visitarli in autunno, quando le foglie degli alberi assumono le calde e variopinte tinte tipiche della stagione, li rende ancora più spettacolari.
Questo itinerario nell’Appennino Modenese conduce a scoprire i vari ponti che sorgono lungo il fiume Scoltenna per terminare con un trekking non impegnativo che porta fino al Ponte d’Ercole, in mezzo al bosco.
Partiamo da Pievepelago dove incontriamo il Ponte della Fola, un capolavoro ingegneristico risalente al Medioevo, l’unico ponte di pietra a due arcate presente in tutta l’Emilia.
Vedendolo dal basso sembra che il ponte sia sospeso, immerso nel fitto verde della vegetazione.
Ai suoi piedi giacciono grossi massi, tracce di precedenti frane e detriti che la potenza del fiume Scoltenna ha trascinato a fondo valle. Il sentiero che lo attraversa fa parte del cammino di San Bartolomeo, sentiero che collega i luoghi dedicati al culto del santo tra l’Emilia e la vicina Toscana.
Ma cosa vuol dire “fola”? Vi sono varie interpretazioni: potrebbe derivare dai termini favola, leggenda e potrebbe quindi fare riferimento ai racconti che pastori e viandanti si tramandavano incontrandosi nei pressi di questo suggestivo luogo.
Procedendo poi in prossimità di Riolunato merita sicuramente una visita il Ponte della Luna. L’attuale ponte risale ad una ricostruzione avvenuta a seguito di una disastrosa frana che nel 1786 ha distrutto quello più antico.
Sui due fianchi del ponte compaiono delle mensole in pietra, che in origine andavano a sostenere a sbalzo il muretto di parapetto, in modo da sfruttare quasi tutta la larghezza della volta per la sede stradale.
Ci spostiamo poi nello storico borgo di Olina, frazione di Pavullo nel Frignano, dove troviamo una struttura architettonica unica ed incredibile, dall’altezza vertiginosa: il Ponte di Olina.
La costruzione del ponte risale al 1522 e fu voluto direttamente dai Montecuccoli e dal podestà di Sestola, ma in realtà ne fu spinta la costruzione anche da parte dei signori di Firenze e Lucca, per fare del Frignano un "ponte" tra la Toscana e l'Emilia.
Come la maggior parte dei luoghi particolari dell’Appennino Modenese, anche questo ha una sua leggenda. La storia popolare è ambientata all'inizio del XV secolo e narra che chiunque si trovi a passare sul ponte in una notte tempestosa e buia, ode una voce strozzata ed affannosa che chiede aiuto, come se qualcuno fosse stato gettato giù da quel ponte.
Infine, prosegue l’itinerario in direzione del Ponte d’Ercole, che dista 15 minuti in macchina dal Ponte di Olina.
La macchina può essere lasciata al parcheggio in via Ponte d’Ercole, seguendo le indicazioni che si trovano prima di arrivare a Lama Mocogno, e da lì parte l’itinerario seguendo la segnaletica CAI bianca e rossa. Un sentiero semplice adatto a tutti, della durata di 30-40 minuti.
Nel punto di incontro tra i comuni di Lama Mocogno, Polinago e Pavullo nel Frignano è situato un caratteristico monolite naturale detto Ponte d’Ercole.
Si tratta di un ponte naturale, alto 3 metri e lungo 33, che congiunge i lati di un avvallamento. Un’unica roccia arenaria immersa in una fitta vegetazione e modellata a forma di arco dall’erosione e dagli agenti atmosferici.
Al ponte, detto anche Ponte del Diavolo, l'immaginazione popolare ha da sempre dato spiegazioni magiche. Nel sito sono stati rinvenuti insediamenti e necropoli del periodo romano.