Un itinerario di due giorni in bicicletta, tra natura, castelli e vigneti.
Dalla città di Piacenza si arriva lungo le rive del Po e si pedala tra fiume e campi fino alla Chiesa detta degli Appestati, si supera il ponte sulla Trebbia (S. Nicolò) e si prosegue fino a Calendasco, dove si incontra il primo castello e si incrocia la Via Francigena.
Nella bassa si attraversa Santimento, dove è ancora riconoscibile l’antico mastio degli Scotti, e si tocca Sarmato, terra legata alla leggenda di San Rocco, dove si trova un castello aperto al pubblico.
La seconda parte del viaggio inizia da Castel San Giovanni e si dirige verso la collina della Val Tidone su strade provinciali che attraversano le terre dei vigneti. Si toccano Vicobarone, Montalbo, Seminò e Ziano Piacentino: non resta che scegliere dove fermarsi per una degustazione.
Si parte dalla città di Piacenza, ben collegata al resto dell’Emilia, Liguria, Lombardia e Piemonte da ferrovia e autostrade. Da Piazzale Milano si imbocca la ciclabile e si scende verso le rive del Po, da qui svoltando a sinistra inizia il viaggio.
Si percorre un argine ciclabile che per alcuni chilometri attraversa le aree golenali e le campagne prossime alla città, fino a raggiungere il Santuario della Beata Vergine del Suffragio , nota come Chiesa degli Appestati. In quest’area si seppellirono i tanti morti della peste Seicentesca narrata da Manzoni.
Sconsacrata e profanata dai satanisti è stata riammessa al culto con la protezione dei cavalieri Templari. Prima del restauro sulla sua porta campeggiava la scritta “666 il diavolo abita qui”.
A fianco dell’edificio un bel giardinetto e una fontanella di acqua potabile offrono un piacevole momento di sosta.
Ripresa la bici si prende la direzione sud e si arriva sulla Via Emilia Pavese. Si svolta a destra e si prosegue fino al ponte sulla Trebbia a San Nicolò. Qui una colonna ricorda che a volerne la costruzione nel 1819 fu la duchessa Maria Luigia d’Austria, già moglie di Napoleone.
Subito dopo il ponte si scende a destra e ci si dirige verso nord, in direzione di Calendasco.
L’abitato accoglie un castello la cui fortificazione originaria pare risalire ai primi decenni dell’anno Mille. La sua storia connessa inizialmente al vescovato piacentino lo vede nelle mani della famiglia Confalonieri tra il XV e il XVI secolo. Già in precedenza vi avevano risieduto al servizio del vescovo e proprio nel castello nel 1290 era nato San Corrado Confalonieri.
Dopo la fermata a Calendasco ci si porta verso la località Masero e si percorre un tratto d’argine che porta al Guado di Sigerico in località Soprarivo. Secondo la testimonianza di viaggio redatta nel 990 da Sigerico, vescovo di Canterbury, qui esisteva la possibilità di guadare il grande fiume.
Ancora oggi troverete il traghettatore dei pellegrini che su richiesta fa da spola tra Corte Sant’Andrea sulla sponda lombarda e Soprarivo, accogliendo i pellegrini che viaggiano lungo la Via Francigena.
L’ora di pranzo è arrivata, si può scegliere tra un pic nic, un ristorante o un agriturismo.
Riprese le due ruote ci si dirige verso Sarmato. Il nostro consiglio è di passare per Santimento, un piccolo centro abitato con l’immancabile chiesa e un po’ scostato il castello appartenuto alla famiglia Scotti, e in seguito passato al vescovo di Piacenza.
Si prosegue poi verso l’argine e costeggiando il torrente Tidone ci si porta sulla strada principale fino a Sarmato.
Località nota per la storia di San Rocco, si dice abbia passato qui il periodo di pestilenza ed è ancora possibile percorrere un sentiero che ne segue le tracce; è inoltre possibile visitare il castello, oggi di proprietà della famiglia Zanardi Landi, ma probabilmente risalente all’epoca del conflitto tra guelfi e ghibellini. Per vedere le sale interne e il giardino è possibile prenotare una visita.
Al termine ci si dirige verso Castel San Giovanni, dove trovare cibo tipico, cinema, teatro, discoteca e un posto letto!
La mattina si parte per i colli della Val Tidone. Dal centro di Castel San Giovanni si prende Strada della Creta e dopo pochi chilometri si iniziano a scorgere i vigneti. Un effetto in bianco e nero d’inverno, di un verde freddo a primavera, si riscaldano d’estate e arrossiscono nel tardo autunno regalando al paesaggio note sempre differenti.
Dopo circa cinquanta minuti si arriva a Vicobarone che può rappresentare un’ottima tappa per la visita ad una cantina, con degustazione di vini DOC Colli Piacentini: Gutturnio, Ortrugo e Malvasia sono i più diffusi.
Da Vicobarone si imbocca la strada per Montalbo verso sud-est. Si passa accanto a questa località dove il consiglio è addentrarsi nelle viuzze dell’abitato fino a trovare il castello, non accessibile al pubblico, ma dai suoi vigneti si ha una bella vista sui dintorni!
Tornando sui propri passi si svolta a destra al bivio si prende la strada che porta a Seminò e poi a Ziano Piacentino.
A pochi minuti di distanza dall’abitato si ha una bella vista del paese adagiato sul crinale di una collina tutta coltivata a vigneti. Sui cartelli si legge infatti “Città del Vino”, ⅔ del suo territorio sono infatti coltivati a vite.
Qui si può organizzare il pranzo per poi rientrare verso Castel San Giovanni e tornare a casa.