Cosa sono le Terre Matildiche? Dove si trovano?
Come dei veri seguaci di Alberto Angela, in questo itinerario si partirà alla ricerca delle testimonianze di quello che fu il dominio di Matilde di Canossa, personaggio dalla straordinaria tenacia che arrivò a dominare tutti i territori italici a nord dello Stato Pontificio in un'epoca in cui le donne erano considerate di rango inferiore.
Il dominio di Matilde di Canossa aveva il suo centro, facile da intuire, a Canossa.
Nel maggio 1111, dopo aver resistito con incredibile stoicismo ai tumulti avvenuti nel periodo più acuto della lotta tra Papa e Imperatore, Matilde venne incoronata Vice Regina d'Italia nel Castello di Bianello, a Quattro Castella.
Ed è proprio da qui che inizia l’itinerario alla scoperta delle Terre Matildiche.
La prima tappa è, appunto, il Castello di Bianello.
Posto su uno straordinario balcone naturale sulle prime colline dell’Appennino Reggiano, la visita ripercorre tutte le fasi di vita di questa nobile dimora, passando attraverso le cucine, il salone barocco, la stanza del dipinto di Matilde di Canossa, fino alla torre medievale dove si trova l'acetaia, raggiungibile grazie a una suggestiva scala a chiocciola nascosta nello spessore del muro.
Una volta terminata, vale la pena esplorare l’Oasi Bianello che circonda il castello, dove i sentieri si immergono nella natura autoctona dell’Appennino. L’ideale è poi fermarsi nel centro di Quattro Castella per una pausa pranzo a base di cucina emiliana e per dedicarsi allo shopping di prodotti tipici come Parmigiano-Reggiano, Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia e Vino dei Colli di Scandiano e di Canossa.
Il pomeriggio è dedicato a quello che fu il teatro dell’episodio cruciale passato alla storia come “L’umiliazione di Enrico IV”: il Castello di Canossa, o almeno quello che ne resta, insieme al Museo Naborre Campanini che ospita i reperti provenienti dagli scavi fatti intorno castello nel 1877 e nel 1893.
Poco prima di giungere a Canossa, si può inoltre ammirare la chiesetta della Madonna della Battaglia, eretta da Matilde a ricordo dello scontro vittorioso con le milizie imperiali avvenuto nel 1092.
E, per rimanere sulle tracce della sovrana, dopo la visita di Canossa non si può non fare tappa anche al vicino Castello di Rossena che, oltre a essere il più bello e meglio conservato dell'intera area matildica, sorge sulla vetta di una rupe vulcanica dal particolare colore rossiccio.
Nonostante i luoghi visitati finora fossero attorniati da paesaggi e natura mozzafiato, il panorama di cui gode il Castello di Rossena è unico e irripetibile, poiché abbraccia un ampio tratto della Pianura Padana e della dorsale appenninica tosco-emiliana.
Il primo giorno si conclude quindi con una notte a Reggio Emilia per assaporare nuovamente la cucina tipica emiliana (non dimenticate di provare l’erbazzone!) e per concedersi una visita al centro città con l’atmosfera soffusa della notte.
Il secondo giorno inizia con un nuovo percorso che attraversa la provincia di Reggio Emilia, per l’esattezza il versante sud-est. Partenza dalla città con prima destinazione Albinea, comune matildico che faceva parte di un sistema difensivo costituito da una rete di torri e castelli, in modo da garantire protezione in caso di invasioni barbariche.
Dopo pochi chilometri, si trova Scandiano, dove visitare la Rocca dei Boiardo e il Castello di Arceto, tipico esempio di castello medioevale dove sono ancora leggibili i circuiti delle fosse e delle mura, con tracce del ponte levatoio, del rivellino e della torre pusterla.
Le tappe successive sono un susseguirsi di orme storiche matildiche, da ripercorrere immaginando di vivere nell’epoca burrascosa in cui questa nobile sovrana visse: a Scandiano segue Casalgrande, dove ogni estate prende vita nel castello la rievocazione storica in costume.
La strada conduce poi a Toano, borgo dalle radici antichissime che sorge lungo l’assolato monte omonimo e che culmina con la Pieve di Santa Maria, divenuta Pieve Matildica durante la dominazione della famiglia Canossa.
L’ultima tappa di questa giornata è dedicata a Viano, comune matildico dove fermarsi per una breve pausa dalla storia in favore dell’interesse naturalistico. Qui, infatti, nella frazione di Regnano, si trova un vulcano a freddo tuttora attivo, chiamato Salsa di Regnano.
All’alba del terzo giorno è tempo di spostarsi verso Modena per proseguire il sentiero dei monumenti di matildica memoria. La prima tappa non può che essere l’Abbazia di Nonantola. Quello che fu l’antico complesso monastico, oggi ospita il Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra.
Qui sono conservate ed esposte alcune tra le più importanti pergamene dell’Archivio Abbaziale, tra cui alcune risalenti a Matilde di Canossa, oltre al suo Evangelistario.
Il passo successivo è addentrarsi in Appennino e risalire le valli del Secchia e del Dragone, per arrivare ai comuni di Montefiorino, Palagano e Frassinoro.
Quest’ultimo, in particolare, divenne la sede, in epoca matildica, di un importante monastero benedettino le cui rovine, dopo una frana avvenuta nel XV secolo, furono riutilizzate per erigere l’attuale chiesa, il campanile e l’adiacente canonica. Qui è conservata inoltre una splendida colombina eucaristica, rifinita a cesello e decorata da smalti e gemme. In epoca medievale veniva posata su un piatto e sospesa sull’altare tramite catenelle.
L’itinerario non può che concludersi quindi proprio in pieno centro storico a Modena con una visita al Duomo, uno dei più significativi esempi di Romanico, che l’8 ottobre 1106 fu consacrato proprio alla presenza di Matilde di Canossa.
Le giornate alla scoperta dell’eredità storica e culturale di Matilde di Canossa hanno permesso di conoscere meglio una figura fondamentale del XII secolo, non solo per il territorio emiliano.
Nessuno meglio di chi affronterà questo itinerario potrà testimoniare quanto il suo retaggio si percepisca ancora nei luoghi che ha attraversato e abitato.