La Via Matildica del Volto Santo, da Guastalla a San Pellegrino in Alpe

Una lenta passeggiata nella storia

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La rete di sentieri lungo antiche direttrici medievali che costituisce il cuore della Via Matildica del Volto Santo è un’occasione per mettere in moto non solo i piedi ma anche l’immaginazione e rivivere l’atmosfera del feudo di Matilde di Canossa, giungendo alla base dei castelli della Gran Contessa, attraversando borghi e calpestando la stessa venerabile terra percorsa dai pellegrini nei loro itinerari religiosi.

Da Mantova a Lucca, passando per Reggio Emilia, il cammino è una lenta passeggiata nella vicenda storica di quella che è stata forse l’autentica protagonista femminile del Medioevo.

Nel suo tratto emiliano, il percorso storico (percorribile in buona parte anche in bici) passa dalla riserva MAB Unesco Po Grande alla Riserva Mab Unesco Appennino Tosco-Emiliano, incontrando i caseifici del Parmigiano Reggiano e le antiche acetaie dove è possibile scoprire la lavorazione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP, grande protagonista della tavola reggiana assieme al celebre erbazzone.

  • Durata
    72 ore
  • Interessi
    Natura & Outdoor
  • Target
    Amici/Solo,Coppia
  • Prima tappa - Reggio Emilia Reggio nell'Emilia

    La tratta reggiana della Via Matildica del Volto Santo parte da Guastalla, antica e importante corte rinascimentale e prosegue in direzione sud; si supera l’abitato di Santa Vittoria e di Pieve Rossa, per giungere a Bagnolo

    Da qui si continua fino alle porte della città di Reggio Emilia dove ad accogliere i pellegrini c'è oggi la nuova Stazione Mediopadana progettata dal noto architetto Santiago Calatrava.  

    Il centro città è raggiungibile sia a piedi seguendo la segnaletica stradale o quella del cammino, o con i bus urbani. Reggio Emilia è conosciuta come Città del Tricolore poiché qui, nel 1797, fu adottato il vessillo che divenne poi bandiera nazionale.

  • Seconda tappa - Castello di Canossa Canossa

    Proseguendo il percorso, si parte dal Ponte di San Pellegrino e si prende una comoda pista ciclo-pedonale che costeggia il torrente Crostolo e conduce fino a Villa d’Este - Vasca di Corbelli, nata come ritiro di pesca del duca Francesco III d’Este e parte del vasto Palazzo Ducale di Rivalta. 

    Poi tra campi coltivati si giunge fino al ponte di Puianello, dove il sentiero si trasforma di nuovo in pista ciclo-pedonale, e si arriva fino a Vezzano e al suo EcoParco, per proseguire fino alla sommità del Monte Grafagnana, in direzione di Pecorile.

    Da qui si prende direzione Canossa-Votigno passando da Casola: sono tre chilometri di saliscendi che conducono all’incrocio con la provinciale 73.

    Il Castello di Canossa si staglia sulla sinistra, a un chilometro, raggiungibile percorrendo il lato della provinciale in un tratto ormai piano.

    Emblema del dominio della Grancontessa Matilde di Canossa, protagonista indiscussa del Medioevo, il Castello di Canossa giocò un ruolo strategico nella disputa tra Impero e Papato.

  • Terza tappa - Castello di Carpineti Carpineti

    Si riparte dal Castello di Canossa per salire al borgo di Cavandola; qui, sulla destra inizia la strada sterrata che porta a Cerredolo de' Coppi. 

    Raggiunto il paese, la Via Matildica prende sulla sinistra il sentiero per il borgo di Bergogno e da lì, per Crocicchio dove si incrocia di nuovo la strada provinciale in asfalto. 

    Seguendo la segnaletica CAI si giunge a Monchio e successivamente al Castello di Sarzano, dal quale si gode di un’ampia vista su tutto l’Appennino reggiano, e Casina.

    Dal centro di Casina, si scende a destra e si continua sul percorso fino a Migliara nella zona della chiesa parrocchiale e di lì si prosegue in direzione di Marola, con i suoi grandi castagneti. 

    La strada asfaltata scende poi in direzione Carpineti passando da località Cigarello, fino ad arrivare al Castello di Carpineti, una delle fortezze medievali del potente casato Canossa, dimora preferita dalla Contessa Matilde.

  • Quarta tappa - Pieve di Toano Toano

    Dal centro di Carpineti, dietro la chiesa, si prende il sentiero che sale in mezzo al bosco fino al Castello delle Carpinete. Da qui con una deviazione di mezz’oretta di cammino si arriva alla bella Pieve di San Vitale, ostello, ristoro e Museo Archeologico

    Ritornati al Castello, la tappa successiva è il borgo di Savognatica, quindi attraverso la località Coliolla, si procede fino al fiume Secchia.

    Si arriva a Cavanna di Sopra dove si hanno due possibilità per arrivare al Ponte dell’Oca sul Secchia, che si attraversa per salire a Cavola.

    Da Cavola poco dopo la chiesa, il sentiero porterà al borgo di Stiano, poi a Corneto, culla dei maestri dell’intaglio del legno, prosegue per Manno e infine giunge a Toano

    Toano è un importante centro agricolo per la produzione di Parmigiano Reggiano, e con la sua Pieve matildica costituisce l’esempio più antico di architettura medievale in questa zona.

  • Quinta tappa - Gazzano Villa Minozzo

    Dalla Pieve di Toano il sentiero prosegue fuori dal paese e arriva all’oratorio dei Prevedelli

    Di lì, passando tra le case sottostanti, si giunge in breve all’abitato di Frale, poi si prosegue per Villa Bonicelli fino alle fonti di Quara. Dalle fonti il sentiero risale verso le balze di Malpasso attrezzate da incredibili passerelle tibetane.

    Si prosegue sul sentiero fino a Cadignano; qui, poche centinaia di metri fuori dal tracciato della via Matildica, si trova l’omonimo ponte a schiena d’asino sul Torrente Dolo.

    La Via Matildica prosegue in salita, passando da Campolungo, verso Gova, e di lì si prosegue fino a Case Rossi e poi Morsiano per arrivare infine a Gazzano: borgo di origine medioevale con un pregevole oratorio seicentesco dedicato a Sant'Antonio da Padova.

  • Sesta tappa - San Pellegrino in Alpe Villa Minozzo

    Da Gazzano si riparte per l’ultima tappa e ci si dirige verso Civago, seguendo il sentiero 690 che passa anche dai ruderi della antica torre dell’Amorotto

    A Case Civago si imbocca il sentiero 605 che porterà fino al rifugio Segheria (1.400 metri slm).

    Di qui si prende il sentiero 681 fino al Passo delle Forbici e, a seguire, la strada forestale fino al punto più alto dell’intera Via Matildica del Volto Santo: i 1700 metri del Passo del Giovarello da cui lo sguardo spazia sui grandi panorami del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

    Dal Giovarello si scende per il sentiero 601 fino alla Piana della Maccherie e si imbocca la traccia dell’Alta Via dei Parchi per arrivare ai prati di San Geminiano e poi al Passo delle Radici.

    Dal Passo, il sentiero scende sulla destra tra bosco e prateria passando dal Rifugio Pradaccio. Da qui manca circa un chilometro a San Pellegrino in Alpe, antica borgata posta a 1525 slm.

Ultimo aggiornamento 23/01/2024

Per maggiori informazioni

Redazione DT Emilia

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