Il 25 aprile 1950, il presidente della Repubblica Luigi Einaudi conferì personalmente a Reggio Emilia la Medaglia d’Oro al Valor militare della Resistenza, per il rilevante ruolo avuto durante la guerra di liberazione italiana.
Le tracce di questo passato si possono ammirare ancora oggi in luoghi, simboli ed opere d’arte disseminate nella provincia reggiana.
Dai sentieri partigiani in Appennino alle opere di street art, percorrendo questo itinerario vi faremo rivivere i fatti salienti della storia italiana.
Il nostro itinerario incomincia in città.
In Piazza Martiri del 7 Luglio si trova il Monumento alla Resistenza; inaugurato il 25 Aprile del 1958, è un'opera in bronzo dello scultore Remo Brioschi, che rappresenta gli ultimi istanti di vita di un gruppo di vittime del nazifascismo. Poco distante, accanto al Teatro Municipale Romolo Valli è collocato il Sacrario che reca i nomi dei caduti della Resistenza reggiana per l’indipendenza del nostro Paese.
Ci spostiamo (meglio se in bici o in e-bike) in Piazza Gioberti, dove incomincia la cosiddetta Passeggiata Settecentesca, che collega il centro storico con il Parco del Crostolo. Percorrendo Viale Umberto I si arriva a Casa Bettola, una casa cantoniera autogestita decorata dai murales realizzati da Pietro Anceschi e da Guerrilla Spam.
Il primo raffigura l’unica superstite dell’eccidio de La Bettola, uno dei più efferati atti compiuti dai nazi-fascisti in Italia, durante il quale nella notte di San Giovanni del 1944 persero la vita 32 civili e 3 partigiani.
Nel secondo, oltre alle creature della foresta, si trovano figure della storia resistente di Reggio Emilia: il comandante partigiano Sirio - Paride Allegri - che pianta alberi ed il trattore dei fratelli Cervi con il mappamondo che ara la terra.
Seguiamo ora il Torrente Crostolo verso nord fino all’imbocco dell’autostrada. Proprio di fianco all’A1 si trova l’abitazione dei fratelli Manfredi, un luogo simbolo dell’antifascismo, casa di latitanza e base della Resistenza per i giovani partigiani. Nel 2020 qui è stata realizzata la grande opera murale di street art “Partigiano Reggiano”, opera di Fabio Valentini in arte Neko e Marco Temperilli in arte Maik.
Ci spostiamo in provincia per andare ad ammirare altri due bellissimi murales di Vera Bugatti, che decorano la Casa nel Parco di Correggio. Entrambi ispirati al documentario del 1997 “Partigiani” e alle fonti dell’archivio Anpi di Correggio, raccontano la storia di una staffetta partigiana e di una stamperia clandestina: Clam decora la parete piccola, I campi capovolti quella grande.
Se siete curiosi di scoprire i significati nascosti nell’opera continuate la lettura sul sito verabugatti.it.
Attraversando la bassa pianura reggiana si raggiunge Gattatico, dove si trova l’Istituto dedicato alla famiglia più conosciuta della resistenza italiana.
Papà Cervi, figura emblematica del dopoguerra italiano, e i suoi sette figli vissero nella casa colonica oggi diventata un Museo per raccontare ai posteri la storia dei movimenti contadini, dell’Antifascismo e della Resistenza. L’itinerario di visita si snoda attraverso tre sezioni principali: Lavoro contadino, Antifascismo e Resistenza, Una famiglia nella memoria.
Terminata la visita degli spazi interni, è possibile visitare il podere lavorato dai Cervi, oggi Parco Agroambientale che illustra la storia naturalistica della media pianura padana e la sua evoluzione in relazione al progressivo e stretto rapporto con l’uomo.
Lungo il corso del fiume Enza, tra le province di Parma e Reggio Emilia, si sono scritte pagine fondamentali dell’Antifascismo e della Resistenza, e si sono intrecciate sotto la bandiera della libertà le storie di donne e di uomini non solo italiani. Diversi sono i luoghi che ne custodiscono la memoria, una risorsa importante per affrontare anche le sfide del presente. A questo scopo è stato creato il sentiero CAI 672 “della Libertà” che collega Canossa a Brescello attraversando nove comuni; un percorso complessivamente di 59 chilometri lungo l’Enza, che passa da San Polo, Montecchio, Sant’Ilario e Gattatico.
In questo itinerario consigliamo di percorrere la 4 tappa da Montecchio Emilia a San Polo d’Enza: dopo aver visitato il centro di Montecchio, col suo bellissimo castello Medievale ci si sposta in località Borgo Enza dove inizia il percorso che costeggia il torrente fino ai Laghi della Ninfa, zona di pesca sportiva. Da qui, seguendo sempre il sentiero 672, la strada diventa asfaltata e porta alla ciclabile che passa accanto alla tangenziale per San Polo d’Enza, fino a raggiungere il paese con il suo borgo fortificato. Il percorso da Montecchio a San Polo è lungo 11 km e il tempo di percorrenza (soste escluse) si aggira intorno alle 3 ore.
Tutte le tappe si possono consultare gratuitamente scaricando l’App Sentieri Appennino e le vicende storiche sono pubblicate sul sito interattivo laviadellaliberta.it
L’itinerario si conclude nell’alto Appennino reggiano, terra di scontri e di rappresaglie nazi-fasciste. Percorrendo i 16 sentieri partigiani, lentamente, un passo dopo l’altro, si può conoscere la storia della Resistenza reggiana e, al tempo stesso, scoprire lo splendido scenario del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, oggi riserva MAB Unesco.
Solo tornando sui luoghi di queste vicende si può comprendere il desiderio di giustizia che ha spinto i partigiani a combattere e vivere appieno il senso di questo itinerario in terra reggiana.
Da San Polo d’Enza dirigetevi verso Casina. Durante il percorso potrete ammirare tre dei più bei castelli matildici: Canossa, divenuto famoso in tutta Europa per l’umiliazione dell’imperatore Enrico IV, Rossena uno dei castelli meglio conservati e Sarzano, che domina la partenza del 3° sentiero partigiano, quello dedicato alla Resistenza Civile : dal parcheggio del cimitero di Casina, prendere la strada asfaltata che sale verso il castello, al bivio tenere la sinistra e in prossimità dei segnavia CAI 650 e SP 3 si continua per il sentiero che scende nella vegetazione. Nei pressi dei ruderi del Mulino della Grotta, oltrepassata la passerella, si incontra il cippo dedicato al partigiano “Bixio”. Proseguendo il percorso si costeggia il Monte Faiedolo, incrociando alcuni vecchi metati (antichi edifici per l’essicazione delle castagne) fino ad arrivare alla Lapide di Felina, dove inizia il 7° percorso dedicato alle Donne della Resistenza.
I percorsi, alcuni ad anello, sono in tutto 16 e si possono consultare online sul sito sentieripartigiani.it. Scegliete il sentiero che più vi ispira e partite alla scoperta dell’Appennino reggiano!