Reggio Emilia, culla di memoria e di lotte e cuore pulsante dell'Emilia Rossa, si propone per un viaggio tra i luoghi che hanno costruito la storia del Novecento italiano.
Questo itinerario di 48 ore ci porta nelle fabbriche che hanno visto scioperi e rivolte, nei campi che hanno accolto i partigiani e nutrito il Paese, nei musei che raccontano storie di ribellione e sogni di libertà.
Non è solo un percorso storico, ma un'immersione in un passato che continua a dialogare con il presente, perché molti di questi luoghi sono oggi anche spazi di cultura e creatività.
Scopriamo insieme questa terra attraverso i suoi simboli: le Officine Reggiane, il Museo Cervi, i set di "Novecento" e molto altro.
Pronti per un itinerario ricco di suggestioni che vi faranno scoprire quanto questa terra posso raccontare?
Iniziamo il nostro itinerario con una visita alle ex Officine Meccaniche Reggiane non sono solo un simbolo della storia industriale, ma un luogo vivo che racconta la tenacia operaia e le trasformazioni della città.
Nate nel 1904, rappresentano un capitolo fondamentale della storia industriale e sociale italiana. Inizialmente focalizzata sulla produzione ferroviaria, l'azienda si è adattata ai cambiamenti storici, producendo aerei, trattori e armi. La loro storia è stata segnata da eventi drammatici come l'eccidio del 1943, quando gli operai che scioperavano contro la guerra in corso, furono vittime di una violenta repressione. Sede della più lunga occupazione di fabbrica nella storia italiana, avvenuta negli anni '50, questo episodio rappresenta un simbolo di resistenza operaia e di autogestione, culminando nella produzione del trattore R60.
Oggi, alcune aree sono state recuperate per eventi culturali e mostre, rendendo la visita un'esperienza immersiva tra memoria e innovazione.
Continuiamo il nostro tour dirigendoci nel cuore di Cavriago, nella provincia reggiana, dove ci si imbatte in un monumento inaspettato: il busto di Vladimir Lenin, padre della Rivoluzione d'Ottobre.
Già nel 1919, il Circolo socialista locale espresse pubblicamente il proprio sostegno alla Rivoluzione d'Ottobre, anticipando di molto altri comuni italiani.
Il monumento, dono dell’ambasciata sovietica nel 1970 in segno di riconoscimento per la precoce adesione ai valori della rivoluzione da parte della cittadina, oggi divide le opinioni, ma resta una testimonianza del legame storico tra il paese e la politica internazionale del Novecento.
Per concludere la giornata ci spostiamo nelle campagne reggiane, tra Gattatico e Campegine, dove si trova il Museo Cervi, allestito nella casa dove visse l’omonima famiglia, diventata simbolo della Resistenza italiana.
I fratelli Cervi, umili contadini, scelsero di opporsi al regime fascista, offrendo rifugio e sostegno ai partigiani. La loro casa divenne un luogo di speranza e di lotta per la libertà.
Purtroppo, la loro storia ebbe un tragico epilogo: i sette fratelli furono fucilati dai nazifascisti nel dicembre del 1943. Nonostante ciò, il loro sacrificio li rese un simbolo nazionale, incarnando i valori della resistenza e della solidarietà.
Oggi, il Museo Cervi non è solo un luogo di memoria che ricorda solo il sacrificio di una famiglia di contadini che ha incarnato i valori di libertà e solidarietà, ma è anche un luogo di educazione, dove si possono scoprire i valori della Resistenza e riflettere sulla storia del nostro Paese.
Aperto dal martedì alla domenica con prenotazione obbligatoria per gruppi e scuole obbligatoria.
Il secondo giorno inizia all’insegna della leggerezza con la visita a Brescello.
La prima tappa è il Museo “Peppone e Don Camillo”, dedicato ai due protagonisti della penna di Guareschi, portati poi sullo schermo da Fernandel e Gino Cervi.
Uno spazio che offre un tuffo nella cultura popolare italiana in cui potersi immergere nel passato, lasciandosi guidare dalle locandine originali dei film, dalle fotografie in bianco e nero, dagli oggetti dei set cinematografici e dai racconti dei nostri giovani informatori turistici.
Da gustare
Dopo la visita al museo è giunta l’ora di ristorarsi con i piatti tipici della zona, tra cui tortelli di zucca e di erbette e gnocco fritto con salumi, che risentono della presenza del fiume e della vicinanza del confine lombardo.
Dopo il pranzo proseguiamo verso Gualtieri per una visita al Museo Antonio Ligabue.
Il Museo ha aperto i battenti a Gualtieri nel 1988 con l'obiettivo di indagare la figura e l'opera dell’eccentrico e tormentato artista.
All’interno si trovano testimonianze video, materiale bibliografico e iconografico del pittore, un quadro con gorilla, un autoritratto di recente acquisizione, fotografie, incisioni, stampe e sculture che celebrano la sua figura.
Come ultima tappa del nostro itinerario ci fermiamo a Guastalla, paese protagonista di alcune delle scene principali di “Novecento”, un film di Bernardo Bertolucci, considerato uno dei "100 film italiani da salvare" prendendo in esame un arco di tempo che va dal 1942 al 1978.
Novecento, un immenso affresco del secolo scorso visto attraverso lo spaccato di un territorio emiliano così emblematico nel rappresentare donne e uomini, società e lotte, dittature, guerre, liberazioni.
In particolare, ci concentreremo sulla stazione ferroviaria, su Corso Garibaldi e su Palazzo Ducale, dove sono state girate alcune delle scene più intense.