In sella alla propria moto per un suggestivo itinerario ad anello: da Ravenna a Firenze, e ritorno, per due intense giornate sulle orme di Dante Alighieri, che in queste due città lasciò un segno indelebile.
Il percorso attraversa l’Appennino tra la Romagna e la Toscana, tra splendidi borghi, palazzi, monumenti Unesco e paesaggi immersi nella natura: un’esperienza che permette di toccare con mano i luoghi che per periodi più o meno lunghi ospitarono il Sommo Poeta.
Sono numerosi i luoghi a Ravenna che parlano di Dante, ed è dalla Basilica di San Francesco, in cui gli furono tributati gli onori funebri, che può aver inizio la visita questa città sorprendente.
Ravenna è un vero e proprio scrigno d’arte, di storia e cultura con alle spalle un antico e glorioso passato. Ravenna, infatti, è stata per ben tre volte capitale: nelle ultime fasi dell'Impero Romano d'Occidente (402-403), durante il regno dei Goti di Teodorico (493-526), e infine sotto il dominio bizantino (553 - 751); proprio la magnificenza di quest’ultimo periodo ha lasciato in città una grande eredità di monumenti: sono ben otto gli edifici dichiarati dall'Unesco Patrimonio dell’Umanità .
In questa città Dante visse i suoi ultimi anni, dopo il lungo peregrinare lontano da Firenze, e proprio qui concluse la stesura della sua Commedia, prendendo ispirazione dai mosaici cittadini, che il Poeta ha celebrato in numerosi passi e frequenti allusioni.
Prima di lasciare Ravenna, merita indubbiamente un passaggio la sua tomba, monumento nazionale, vicino al quale trovano spazio anche il giardino con il Quadrarco e i chiostri francescani, che ospitano il Museo Dantesco.
Uscendo da Ravenna con gli occhi ancora colmi di bellezza, e immergendosi nelle suggestive campagne della bassa pianura romagnola, si arriva ben presto a Bagnacavallo, ricordata da Dante in un celebre passo del Purgatorio nella Divina Commedia.
Tra le mete turistiche più interessanti del ravennate, tale borgo conserva l’antico nucleo storico costruito su un’originale pianta medievale, unica nel territorio romagnolo.
Ripartendo in sella, l’itinerario prosegue toccando Lugo e Imola; quindi, seguendo il corso del fiume Santerno, ben presto si arriva a Borgo Tossignano dove la strada si immerge nel Parco regionale della Vena del Gesso romagnola, un’esperienza tutta da vivere che si estende dalla Valle del Sillaro sino a Brisighella.
Brisighella è un antico borgo medioevale dalla spiccata vocazione all’ospitalità e al turismo sostenibile, posto ai piedi di tre pinnacoli di gesso su cui poggiano la Rocca Manfrediana, la Torre dell’Orologio ed il Santuario del Monticino.
Proprio questo suggestivo borgo romagnolo accolse il Sommo Poeta in fuga, dandogli rifugio nei primi momenti dell’esilio da Firenze.
Proseguendo si giunge ben presto a Modigliana, prossima al confine con la Toscana e roccaforte dei Conti Guidi, che tanta importanza ebbero nella vita di Dante. Quindi, passando per Dovadola, giungiamo a Portico di Romagna.
Questo borgo può fregiarsi del marchio Bandiera arancione del Touring Club Italiano, attribuito a quelle località che si distinguono per la qualità dell’offerta dell’accoglienza. Qui i Portinari, la famiglia della celebre Beatrice, possedevano un palazzo che ancora conserva il loro nome.
Ci troviamo nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e, poco distante da Portico di Romagna, possiamo bearci della splendida Cascata dell’Acquacheta, descritta da Dante nel XVI canto dell’Inferno.
Davanti, il mitico Passo del Muraglione attende con le sue curve adrenaliniche, le sue sfide e le splendide visioni di paesaggi appenninici che si allargano tra Romagna e Toscana.
La strada ora scende e ben presto siamo a Firenze, la città tanto amata da Dante, da cui era stato cacciato il 10 marzo 1302.
Di rientro verso casa si passa per Poppi, Stia ed il Passo della Calla, immerso tra le foreste del Casentino, che con la loro selvaggia bellezza sembrano rimandare a quella “selva oscura” con cui si apre la Commedia.
Inizia la discesa verso l’Adriatico tra le verdi colline dell'Appennino Tosco-Romagnolo; lungo la strada si incontrano Santa Sofia, Galeata e Predappio.
Tornante dopo tornante, si sale fino alla Rocca delle Caminate, ridiscendendo poi sino a Meldola e alla sua poderosa rocca. Siamo nei luoghi del cammino che il nostro poeta percorse durante i vent’anni del suo esilio, verso quella Forlì in cui Dante soggiornò più volte.
Una deviazione è dovuta verso Bertinoro, città dell’ospitalità, che domina un suggestivo paesaggio la cui vista si estende fino al mare, tanto da meritarsi l’appellativo di "Balcone di Romagna”.
Lo stesso Dante ha potuto godere dell’ospitalità bertinorese, visto che fu ospite negli ultimi anni della sua vita presso la corte di Guido Novello Da Polenta.
L’Adriatico è ormai alle porte e lo avviciniamo a poco a poco, incontrando le pinete di Cervia e di Classe, che colpirono profondamente il poeta per la loro bellezza.
Da Classe e la sua abbazia procediamo verso il mare per un ritorno a Ravenna, dove perdersi un ultima volta, come sicuramente fece Dante, nell’ammirare la bellezza straordinaria dei mosaici che fanno di questa città un vero e proprio unicum a livello mondiale.